Qualche informazione più precisa e dettagliata sulla storia e sulla trama....
Da qui risulta che il protagonista della storia è un adolescente.....(
consiglio di leggere tutto, vista così....mi sembra un prodotto interessante con una storia molto bella).
Ricordo che il produttore del Film, Roberto De Laurentiis, è morto da pochissimo, il 25 di questo mese.....
De Laurentis, casting a Milano per una fiction sui drammi giovaniliPubblicato da Matteo, Blogosfere staff
di Ernesto Siciliano
Domani, giovedi 10 Gennaio, si terrà al Must di Milano, via Belisario n. 3 dalle ore 21.00, il casting per la fiction televisiva "Tieni a me" l'età delle parole. Il produttore ,Roberto De Laurentiis, il regista ,Antonio Bonifacio, e l'autrice della serie, Stefania Grassi, selezioneranno attori e attrici dai 18 ai 40 anni per diversi ruoli. Tra loro, il protagonista "Roberto", di età tra i 18 e i 22 anni, mediterraneo, possibilmente occhi chiari. E' un'occasione unica per candidarsi alla partecipazione in un film di grande valore già richiesto a De Laurentiis da Rai e Mediaset.
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"Tieni a me, l'età delle parole"
è una fiction destinata a lasciare il segno.L'ha scritta Stefania Grassi, autrice sensibile e intelligente che ho la fortuna di conoscere ed apprezzare da un pò grazie al blog che curo: Format.
Una donna coraggiosa che merita il successo professionale che ieri mi ha annunciato con gioia al telefono: lavorare con un grande produttore che ha fatto la storia del Cinema italiano come Roberto De Laurentiis! Sono davvero felice per lei, anche perchè ha lottato per raggiungere questa meta superando mille ostacoli.
La nuova serie tv da lei ideata offre uno spaccato quanto mai intenso della realtà dei giovani di oggi. Come forse nessun lavoro del genere ha fatto prima.
Drammatico e completo. Perchè mette in gioco un concentrato fedele, compiuto e spaventoso dei peggiori miti giovanili in una storia che coinvolge il Nord ed il Sud.
I suoi protagonisti arrivano dalla Sicilia a Torino. Personaggio centrale è il quindicenne Roberto. Suo padre, l'avv. Giovanni Mandalà, è emigrato insieme alla sua famiglia perchè braccato dalla mafia, dopo aver denunciato un boss.
Il conflitto generazionale tra l'avvocato ed il figlio si sviluppa su un piano inedito. L'adolescente è infatti legatissimo al capo mafioso don Carmelo che il suo genitore ha invece consegnato alla Giustizia e mandato in carcere.
Roberto diverrà il capo della baby gang del liceo e odierà il padre, che per lui è solo un infame.
Il boss è invece per lui una sorta di padre negativo, che lo lusinga con la forza del Male.
La fiction affronta temi molto duri e attuali, uniti dal filo rosso del disagio, personale e sociale, dei giovani.
Come il tormento interiore rivelato dalla bulimia, la sofferenza della discriminazione, la piaga delle baby cubiste.
E, su tutti, il tema della prepotenza sociale. E' questo il disvalore così diffuso oggi a cui si ispira il protagonista, riproducendo la tendenza al sopruso tipica della cultura mafiosa in una gang di bulli violenti che metterà insieme nella città in cui è emigrato.
Una storia bellissima, che suscita una riflessione profonda su un valore centrale: la prepotenza, che si replica come un cancro in tante patologie sociali, dalla mafia al bullismo.
Un mito lacerante rifiutato dal capofamiglia ma accolto dal figlio. Anche questo è un elemento drammatico e sovversivo della fiction: "conservatore" di un valore arcaico sembra il ragazzo, non il padre, come suggerirebbe una scrittura lineare.
I nodi da sciogliere sono tanti e ricchi di tensione: "Il finale di questa forte storia di adolescenti e mafia- assicura l'autrice- sarà struggente e pieno di colpi di scena".
Stefania Grassi riassume così in un microcosmo finzionale una metafora della condizione giovanile.
Dolorosa, ma non disperata.
Perchè Roberto assomiglia a tanti ragazzi. Mette alla prova il suo malinteso senso del coraggio, dell'essere Uomo, con riti iniziatici rischiosi, come saltare un ponte.
Ed ha solo 15 anni.
E' destinato a seguire la Legge dell'Adolescenza: a crescere tra mille tormenti. A migliorare, o a perdersi, non lo sappiamo ancora.
A ribellarsi all'autorità paterna per trovare sè stesso, rischiando di scegliere un'alternativa fatale.
A scegliere tra il modello virtuoso del padre e l'esempio violento del malefico boss.
In ogni caso, è votato a dare un pò di speranza in un futuro migliore ai suoi coetanei.
Ed a tutti noi...
http://milano.blogosfere.it/2008/01/de-lau...-giovanili.htmlEdited by LadyAlexandra - 29/1/2008, 12:38