| Non so ancora se ho visto una fiction tv oppure un'opera cinematografica.Non so se riuscirò a descrivere le sensazioni che mi albergano dentro. Ho il cuore scompigliato e la testa piena di idee. Comincerò da una base, da quella colonna portante chiamata "amore". L'amore è un'incognita perchè ti prende all'improvviso, in un'ora e in un giorno qualsiasi. Non sempre si annuncia. Apre la porta e basta, senza chiedere permesso. Davanti a lui, noi esseri umani offriamo solo la fragile carne che ci compone e gli riveliamo i nostri punti nevralgici. L'amore è selvaggio e come il graffio d'una Tigre Regina ti lacera l'anima e ti fa languire lentamente. A volte se ne riconosce il dolore dopo anni di assoluto mutismo (pensate a Sergio e Gabriella, innamorati felici dopo 7 anni di normale amicizia). A volte egli è talmente violento da strapparti il timbro dalla gola. Forse sto divagando e le mie dita picchiano sulla tastiera, quasi volessero deturparla con l'emotività. Ma l'amore, come ogni forza invisibile che si rispetti, genera confusione e i pensieri vanno a briglia sciolta dominati da chissà quale auriga. Ecco, Fabio e Ginevra per me hanno rappresentato tutto questo. Sono stati il lupo e la tigre di questa giungla infestata dalla guerra. Lo scambio di sguardi, la fierezza, il pudore, la sensualità impregnavano le loro anime, sospendendole su di una corda infuocata. Al minimo passo sbagliato seguiva l'inevitabile capitombolo. E' scoppiata la passione. Irrefrenabile, istintiva. Come una tigre dominatrice, Ginevra ha passato la sua lingua sul collo di Fabio, ne ha attinto il sale, gli ha morso il labbro inferiore. Lui ha subito l'assalto, poi ha reagito con furia, provando a dominare la forza della donna. Ma la tigre è Signora fino all'ultimo. Non so chi dei due ne sia uscito sconfitto. Se da un lato Ginevra ha vuto la meglio sulla conduzione dell'amplesso, Fabio ha messo in mostra le sue zanne, lasciando una cicatrice nella pancia della Tigre. I bombardamenti, la fucilazione di Gino e dei partigiani...quel cielo di primavera continuamente percorso da una ragnatela di detriti e di polvere... sono stati una cornice bellissima, spaventosa, meravigliosamente reale. Lode a tutti gli attori, in particolar modo alla giovane attrice emergente Raffaella Rea. Due occhi espressivi ed una carnagione ambrata, in netto contrasto con la pelle bianca della contessa Innocenzi. Il suo grido mi ha straziato perchè l'ho sentito arrivare su, direttamente dallo stomaco. Francesco Salvi, bravissimo e odioso, una bomba a tempo dove, al posto del moderno tritolo, v'era iniettato il succo della follia. Simone Gandolfo, schietto e coraggioso. Anche lui, a suo modo, è stato una tigre. Fabio...cosa dire di lui? Un ragazzo umano, che ha patito gli orrori della guerra e che ha preferito salire su d'una bici di ferro piuttosto che imbracciare il fucile. Ho visto un Sergio diverso, da plus ultra, che mi ha fatto rimpiangere il Masaniello di Antonucci. La scena in cui s'inginocchia ai piedi di Gino e gli tocca le labbra fino ad appendersi al corpo dell'impiccato, non mi ha fatto dormire. Ginevra, la tigre del titolo. Fredda, scostante, superba eppure calda come un fuoco appena acceso nel camino. Mentre brucia, le scintille giungono a pizzicare la pelle dello spettatore.
Edited by LadyAlexandra - 20/12/2007, 14:54
|