L'intervistatrice è Natascia Festa, che si è iscritta alla nostra FanPage di facebook e ci ha lasciato gentilmente il link dell'articolo.
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/...073958007.shtmlNovità al fronte per il nostro Sergio!
E su rai UNo presto «Mannaggia la miseria» di lina Wertmüller
Sergio Assisi, talenti di un bello e possibile
Un libro di grazie ricevute e un romanzo
Esce per Mondadori a fine marzo: «San Giuseppe facci vincere lo scudetto fino al tremila» scritto con suo fratello
E c'è anche un esordio narrativo: «Mi dimetto da uomo» Sergio AssisiNAPOLI - Il titolo è di quelli che fanno tremare le vene ai polsi del pubblico femminile: «Mi dimetto da uomo». Soprattutto quando a sceglierlo per il suo primo romanzo è Sergio Assisi, attore napoletano di talento e decisamente nuovo sex symbol tutto mediterraneo. Ma la precisazione rassicura: «Attenzione però: non si tratta mica di outing. Nel romanzo mi dimetto dal genere umano non dal genere maschile». Meno male. Assisi, che già l'anno scorso aveva debuttato nel mondo editoriale con «Spazza Napoli», un volume fotografico curato insieme con il fratello Dario (fotografo e insegnante di pittura) e Domenico Raio per la Biblioteca umoristica di Mondadori, è un partenopeo in continua effervescenza creativa che modula tra schermo (grande e piccolo) e pagina scritta. Ma questa del romanzo è una novità assoluta.
Debutto all'Accademia del Bellini, grandissimo successo con la fiction Capri, poi cinema e televisione. Ma la scrittura dove covava?«Covava fin dall'inizio, anzi la pagina è venuta prima della scena. Ho iniziato a scrivere intorno ai dodici anni per superare le difficoltà. Da piccolo ero molto introverso, la mia è stata un'adolescenza travagliata. Sono cresciuto in una famiglia semplice e modesta ed ero attraversato da grandi sogni. Così scrivevo: diari, racconti, osservazioni, riflessioni ma anche altro. Scrissi ad esempio una storia di 40 pagine che anni dopo ho ritrovato in un film, La finestra di fronte di Özpetek. Uguale. Se devo indicare un registro per la mia scrittura direi che è ironico e tragicomico».
Cosa racconta «Mi dimetto da uomo»?«Delle disfunzioni dell'umanità, delle cose che non vanno in questo mondo, dei paradossi irriducibili. Tutti motivi che creano una distanza tra me e il mio genere: cosicché, io, cioè il protagonista, si dimette».
Prima della fatica narrativa, però, c'è un altro progetto editoriale...«Molto più che un progetto. È un libro in uscita a fine marzo (per Mondadori) ancora di argomento partenopeo. S'intitola San Giuseppe facci vincere lo scudetto fino al tremila, ed è una raccolta di richieste di grazie tratte dai relativi libri delle chiese napoletane. Anche questo libro è fatto a quattro mani con mio fratello ed è dedicato ai maggiori santi napoletani. Ma per la verità è sui richiedenti che ci soffermiamo, dividendoli per capitoli e categorie».
Napoli nei libri, ma Napoli anche raccontata dal suo volto, molto amato in tv. Progetti?Uno già andato in porto. Un film di Lina Wertmüller per Rai Uno. S'intitola 'Mannaggia la miseria' e andrà in onda tra breve. Con me c'è anche Gabriella (Pession, sua compagna anche nella vita ndr). È una commedia sul microcredito, la banca dei poveri».
Qual è la storia?«È quella di tre ragazzi che vanno in Bangladesh e scoprano i vantaggi e la positività di questo sistema di prestito. E decidono di esportarlo a Napoli. Così mettono su una banca che opera il microcredito con le puttane, i contrabbandieri e tutta l'umanità precaria napoletana».
Bello. Manca il teatro, dal quale peraltro proviene.«Ho scritto una commedia ma non per il teatro».
Per il cinema?«Sì, ho un grande progetto. È una storia napoletanissima, giocata sull'ironia e la paradossalità delle nostre vite (per intenderci, vorrei essere almeno un decimo di Massimo Troisi, detto con grande umiltà). Il film dovrebbe raccontare la storia di un trittico di amici, due ragazzi e una ragazza, che si scontra con una realtà sociale durissima fatta anche di malavita. C'è un intreccio tragicomico ma alla fine vince l'amore e l'amicizia in tutte le sue forme. Ho già preso contatti con la Film Commission Campania perché vorrei che il progetto, se, come spero, andrà in porto, dovrà avere anche un altro significato, quello di riconsegnare agli italiani (e non solo) la bellezza di Napoli, offesa dopo tanta sovresposizione mediatica negativa. Vorrei girare nei musei e nei luoghi più nascosti e incredibili. Sono in trattative con la cura che dovrebbe mettere a disposizione alcuni gioielli del suo patrimonio abitualmente chiuso al pubblico. Insomma vorrei raccontare una Napoli non oleografica ma allo stesso tempo meravigliosa e sconosciuta».
Natascia Festa
10 marzo 2009(ultima modifica: 11 marzo 2009) Edited by Geric - 21/4/2010, 10:04