Archivio-Articoli, 2005-2009

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Geric
icon11  view post Posted on 22/11/2007, 23:52




* * * 2005 * * *




IL MATTINO
26/06/2005

A «Capri» l’amore tra Assisi e Pession
Lanciato dalla Wertmuller l’attore sarà tra i protagonisti della serie ambientata sull’isola Poi in «Elisa di Rivombrosa 2»

di Stefano Prestisimone

Riecco la coppia di Ferdinando & Carolina. Dopo sei anni Sergio Assisi e Gabriella Pession tornano a lavorare fianco a fianco, anche se stavolta non si tratta di cinema. La loro love story è al centro di una delle fiction più attese della nuova produzione Rai, «Capri», serie nata come progetto pilota della Film Commission della Regione Campania, un kolossal del piccolo schermo tutto ambientato nell'isola azzurra, con la produzione della Rizzoli e la regia di Enrico Oldoini e Francesca Marra. Dodici puntate su Raiuno (si comincerà a girare a fine luglio) con un cast affollatissimo in cui sono annunciati anche Isa Danieli, Bianca Guaccero e Carlo Croccolo.

Tra i protagonisti principali c'è proprio Sergio Assisi,il 33enne napoletano del Borgo Sant’Antonio Abate che la Wertmuller lanciò nel '99 nel ruolo di Re Ferdinando, un attore che dopo anni di gavetta sta per vivere una stagione artistica fortunatissima. Infatti non c'è solo «Capri» nel suo futuro, ma anche un ruolo centrale nella seconda serie di «Elisa di Rivombrosa», la fiction dei record che tornerà in onda ad ottobre su Canale 5.

Dunque Assisi, per lei è arrivata la grande chance televisiva.

«Pare sia il mio momento, anche se non vorrei dirlo a voce troppo alta. Non sono più il giovane e promettente attore di qualche anno fa e quindi aspettavo con ansia questa occasione. Certo, non osavo sperare tanto. Sono nel cast di due serie televisive sulla bocca di tutti, due progetti da grandi ascolti, almeno in pectore».

Vuole parlare di «Capri»?

«Dovremmo cominciare a girare a fine luglio e devo dire che non vedo l'ora. Per un napoletano doc come me, essere nel cast di questa serie è fantastico. La trama si svolge intorno alla storia di Vittoria, una giovane milanese interpretata da Gabriella Pession, che deve sposarsi con Andrea. Improvvisamente arriva una lettera di un notaio che la convoca a Capri per una misteriosa eredità. Nell'isola conoscerà Umberto Galiano, da me interpretato, e scoprirà una verità sconvolgente: lei è la nipote della cuoca Reginella (Isa Danieli) e quindi la figlia di Angela, morta in circostanze drammatiche anni prima».

Tra lei e la Pession nascerà l'amore?

«Diciamo che il suo arrivo a Capri seminerà lo scompiglio in famiglia e determinerà pesanti conflitti tra me e mio fratello Massimo. Io interpreto un simpatico viveur e posso dire che effettivamente qualche scintilla ci sarà. Ficton a parte con Gabriella c'è un rapporto splendido, nato proprio nel '99 in "Ferdinando & Carolina". Da allora siamo sempre rimasti in contatto e ora che abbiamo avuto questa possibilità di recitare di nuovo assieme ci sentiamo praticamente tutti i giorni».

Passiamo a «Elisa di Rivombrosa 2».

«Stiamo girando le ultime puntate, abbiamo cominciato ad ottobre e stiamo attraversando l'Italia: Torino, il Lazio, la Puglia. In "Elisa" ho un altro ruolo davvero magnifico: sono il cattivo della serie, il barone di Conegliano, un tipaccio affascinante che darà filo da torcere al nuovo protagonista della serie interpretato da Antonio Cupo, l'attore che in un certo senso ha sostituito Alessandro Preziosi».

Ma ha abbandonato il cinema?

«Per cause di forza maggiore. Lo amo, ma oggi lavorare solo nel cinema è impossibile. Ci sono pochissime occasioni e allora ben venga la tv, checché se ne dica in giro».


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TGCOM
3/10/2005
Sergio Assisi: così travolgerò Elisa
A Rivombrosa nuovo personaggio dark

di Federico Pini

D'accordo. L'amore per il conte Fabrizio Ristori è un assioma inconfutabile per Elisa di Rivombrosa. C'è un però. Il barone Nicola di Conegliano, nuovo personaggio dall'anima dark, eserciterà il suo fascino sulla giovane contessa.
A dargli il volto è l'attore napoletano Sergio Assisi che a Tgcom anticipa: "Farò il filo ad Elisa, vedremo se cadrà nella mia rete. Il mio personaggio subentra a Luca Ward e si prende come amante Jane Alexander".
"Il barone entrerà in scena nella quinta puntata. Ha un carattere intrigante, alimentato da luci e ombre, che ha una forte presa sulle donne" ci rivela Assisi che al cinema ha già all'attivo diversi ruoli importanti come nei film Ferdinando e Carolina, Guardiani delle nuvole e L'uomo della fortuna. "Un uomo fortunatissimo con le donne" ribadisce l'attore.

Nicola di Conegliano è attratto dal fascino intrigante e un po' torbido di Lucrezia (Jane Alexander) facendosi manipolare dalla sua astuzia. "Ai provini della prima serie non venni scelto" confessa Assisi "ma sentivo che dovevo riprovarci. Cercavano una nuova figura, non quella tradizionale del bello, e sono stato preso, è andata bene". Poi aggiunge: "Punti di contatto con il barone? Sì, mi accomuna a lui il vasto arco emozionale di cui è capace. Non è un cattivo fino in fondo, è anche simpatico. Non è identificabile con un cliché e in questo risiede la sua forza. E' un istrionico, giocherellone, ammaliatore". Alt. Qui il gioco si fa serio anche perché la domanda è: Elisa cederà al suo fascino? "Non posso rivelarlo, però....".

Sergio Assisi è anche impegnato sul set della fiction Capri che sarà trasmessa dalla Rai a dicembre e poi ancora cinema fra gli impegni futuri. "Reciterò in una commedia brillante, ma per ora non posso aggiungere altro".


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* * * 2006 * * *




TGCOM
29/05/2006
Assisi: sarò un Masaniello perfetto
“Io e Pession una gran bella coppia”

di Benedetta Argentieri

Un film in uscita, ma poi fiction, teatro e ancora televisione. Sergio Assisi, interprete di Nicola di Conegliano in Rivombrosa 2, sta vivendo un momento d’oro nella sua carriera e a Tgcom racconta “Pensi sono talmente impegnato che non riesco a tenere il passo con le cose che faccio”. Sul film Amore e libertà, di cui è protagonista, aggiunge: “Interpretare Masaniello è il sogno di ogni attore”.

Il calendario di Assisi è fittissimo: a giugno esce il suo nuovo film (????), poi a ottobre una fiction di 24 puntate in onda su Rai 1 e sulla stessa rete andrà in onda anche un film per la tv. E a proposito di Amore e libertà l’attore racconta: “Il protagonista Masaniello è un pescatore che in 10 giorni riesce a coinvolgere il popolo e scatenare una rivoluzione contro il re di Spagna”. Il film, tratto da una storia vera, non finisce molto bene perché “il protagonista muore tradito dagli amici più cari. Comunque il messaggio che ha trasmesso al popolo fu così forte che nei secoli successivi gli spagnoli nascosero le sue ceneri”.

Tornando alla televisione racconta anche dei suoi impegni futuri tra cui una fiction che andrà in onda su Rai 1. Dopo Ferdinando e Carolina Assisi è tornato nuovamente a recitare con Gabriella Pession. “Se fossi una donna- racconta- vorrei essere la Pession. Lei è il mio alter ego al femminile”. I progetti insieme sono molti e proprio per questo i due vorrebbero “rilanciare la coppia cinematografica” così in voga negli d’oro del cinema italiano. Infatti i due stanno lavorando a “una nuova commedia in stile americano, dove ci sarà un po’ di tutto: dal romanticismo ai toni d’azione”.

Il personaggio di Assisi ha conosciuto la fama prima con gli spot della Tim, poi interpretando il barone di Conegliano in Elisa di Rivombrosa 2. “Nella terza serie della fiction non ci sarà nessuno dei vecchi attori. Sarà infatti la storia della figlia di Elisa vent’anni dopo”.


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LEGGO del maggio 2006

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IL CORRIERE del giugno 2006

Storia d’amore e di lotta partigiana. Siamo in Toscana, all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre 1943. I militari italiani sono allo sbando, ma anche la gente comune non sa più da che parte stare, se con i tedeschi o con gli alleati. Sullo sfondo di questa Italia dilaniata dalla guerra civile, si intrecciano legami d’amicizia e d’amore: l’amicizia tra Gino e Fabio, due soldati scampati al campo di concentramento inglese, e l’amore tra Fabio e Ginevra, giovane moglie di un ufficiale dato per disperso. «Graffio di tigre» si intitola il tv-movie in due puntate, in onda su Raiuno nella prossima stagione, regia di Alfredo Peyretti, tratto dall’omonimo romanzo di Gino Pungetti. Gabriella Pession, la «cattiva» di «Orgoglio», è Ginevra, eroina partigiana; Sergio Assisi è Fabio; Gino è interpretato da Simone Gandolfo. Nella tenuta della Villa di Geggiano, sono appena iniziate le riprese. È entusiasta del ruolo la

Pession: «Finalmente un’eroina positiva, anche se Ginevra è un personaggio complesso. All’inizio appare scostante, perfino frivola: moglie di un conte, che lei crede morto, vive con il suocero (interpretato da Roberto Herlitzka ndr ) in una villa principesca, nell’agiatezza, ma anche nel gelo. È una donna sola: ha avuto un’infanzia dolorosa, abbandonata dai genitori, ha sempre cercato calore umano senza trovarlo. È lei la "tigre" del titolo». Ma nella grigia esistenza della giovane contessa, compare Fabio: «È la miccia che accende la sua voglia di amare - spiega l’attrice -, di provare forti emozioni. Per lui diventerà partigiana».

Fabio irrompe nella vita di Ginevra sulle ruote di una bicicletta, il veicolo «emozionale» della storia: è fuggito dal campo di concentramento, insieme all’amico Gino, proprio con una bicicletta e su una bicicletta deciderà di partire per arruolarsi tra i partigiani insieme alla sua donna. Interviene Assisi: «Il mio personaggio è un pacifista convinto: non è un codardo, ma è stato costretto ad arruolarsi e, una volta libero dalla prigionia, non vorrebbe certo ricominciare a lottare. Ma sarà la fucilazione del suo amico Gino a fargli scattare la necessità di combattere per un ideale».

L’entusiasmo della Pession dipende pure da questioni familiari: «I miei nonni erano partigiani. In casa, ho sentito tante volte raccontare storie di coraggio, di dignità, di ideali in cui credere».

Lotta partigiana, antifascismo: una fiction che affronta ancora una volta, dopo tanta letteratura cinematografica, questi temi non rischia la retorica? Risponde uno degli sceneggiatori Andrea Purgatori: «Abbiamo raccontato una storia di scelte umane e politiche, prese in una pesante situazione di smarrimento totale e rischiando la pelle. Anche oggi, mi pare, ci troviamo in un momento di generale sbandamento "etico", ma piuttosto che combattere per un ideale, soprattutto tra i giovani dilaga il menefreghismo: si galleggia. E allora se si rischia la retorica, che ben venga!».

La fiction è prodotta da Rai Fiction con la Casanova Entertainment di Luca Barbareschi, Aureliano Lalli Persiani e Susanna Bolchi, figlia di Sandro, celebre regista di tanti sceneggiati della tv in bianco e nero, scomparso il 2 agosto 2005: «Ho scelto il mestiere di produttrice, perché non intendevo misurarmi con mio padre. La sua era una tv di qualità: in famiglia di grande regista ne bastava uno».


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LA STAMPA del 21/7/2006
SUL SET DI «GRAFFIO DI TIGRE» CON ROBERTO HERLITZKA E LA COPPIA DI ATTORI LANCIATI DA LINA WERTMÜLLER IN «FERDINANDO E CAROLINA»
Passione Pession
Fiction d’amore e di tragedia all’indomani dell’8 settembre

di Simonetta Robiony inviata a MASSA MARITTIMA

Le macerie del bombardamento sono mattoncini di cartongesso, intonaci di polistirolo, sacchi di polvere caricati senza neanche un grande sforzo su uno di quei camion che usa il cinema per i suoi effetti speciali, un camion fermo ai lati della piazza dominata dallo splendido duomo per cui è tuttora famosa Massa Marittima, paese toscano che fu di miniere e di pietre. Sulla scena, comunque, facevano paura. Cadevano con gran frastuono in un vicoletto stretto stretto, fingendo di provocare il crollo di una casa, un uomo colpito giaceva a terra come morto, un ragazzino sgusciava via tra le macerie, qualcuno si nascondeva in un androne, lei, Ginevra, si allontanava in gran fretta tirata a forza da lui, Fabio, che pensava solo a metterla in salvo. Sono gli ultimi giorni di riprese di Graffio di tigre, miniserie per Raiuno prodotta dalla Casanova di Aureliano Lalli, Susanna Bolchi e Luca Barbareschi. Poi la troupe si trasferisce in Bulgaria per girare sulle montagne le scene di lotta partigiana. E’ il momento immediatamente successivo all’8 settembre. L’Italia è divisa in due: al sud gli alleati che avanzano, al nord i tedeschi che occupano. Ginevra e Fabio sono una delle tante coppie create da una guerra insensata. Lei è una giovane sposa che non sa più niente del marito disperso su un fronte lontano, lui è un soldato fuggito da un campo di concentramento inglese. Lei vive in una grande tenuta di proprietà dell’aristocratico suocero, il conte Innocenzi (Roberto Herlitzka). Lui lavora nei campi con l’amico, Gino (Simone Gandolfo), il compagno di fuga che gli ha offerto l’ospitalità della sua famiglia: uno zio rimasto fascista (Francesco Salvi) la sorella, Rosa (Raffaella Rea), che inutilmente perde la testa per Fabio. Ginevra e Fabio si amano perché sono giovani e belli, perché la vita li avvicina in maniera pericolosa, perché vogliono sfuggire l’odore della morte. La scena della giornata è breve e violenta. Ginevra, rimasta incinta di Fabio, per evitare lo scandalo sta andando dal medico per abortire contro la volontà del suo amante. Il bombardamento, però, le renderà impossibile quel gesto perché il medico è morto nel crollo della casa. Ricavato dal libro di Gino Pugnetti, lo stesso di Americano rosso da cui D’Alatri ricavò il film con Sabrina Ferilli, Graffio di tigre, anche per volontà di Susanna Bolchi, degna figlia di suo padre Sandro, è fedelissimo al racconto adattato per la tv da Purgatori, Ippoliti e Raffanini. Al regista Alfredo Peyretti, fiero romano del Tiburtino, ammiratore di Pasolini, formatosi cinematograficamente in Australia, un ex del gruppo di La squadra nonché di Gente di mare, autore di quel Joe Petrosino con Beppe Fiorello che vedremo nella nuova stagione, tocca il compito di rendere le immagini meno ovvie. «Ed è la cosa che mi interessa di più - spiega - perché se c’è un limite nella fiction televisiva è quello di non tener conto del valore filmico puntando troppo sul contenuto della sceneggiatura». Un difetto che Peyretti attribuisce anche al cinema italiano, «che si dimentica troppo spesso di quanto conta la forma: pensa come ci siamo ridotti, dobbiamo essere grati a Gabriele Muccino». Nel cinema lui comunque presto vorrebbe debuttare con una storia di rapinatori molto radicata nella realtà. «Mi piace l’immagine sporca, il taglio della scena particolare, l’adesione il più possibile fedele alla realtà. E mi piace avere il tempo per ottenere questi risultati. Un lusso, il tempo, che la televisione non concede». La vera carta vincente di questa fiction, che propone anche una riflessione sul sentimento dell’amicizia, sulla crudeltà delle vendette fratricide, sul valore del pacifismo che non può diventare imbelle indifferenza, comunque è nella coppia amorosa formata da Sergio Assisi e Gabriella Pession, lanciati tempo fa da Lina Wertmüller in Ferdinando e Carolina, tornati insieme l’anno scorso sul set di Capri, la lunga serie di Oldoini ancora non andata in onda, scelti di nuovo adesso per questo Graffio di tigre. Legatissimi ma senza implicazioni di cuore, capaci di capirsi al volo e scherzare su tutto, ironici con un fondo di amarezza dentro, a questi due giovani attori che il mestiere ha fatto incontrare piacerebbe molto diventare una coppia cinematografica. «Ne abbiamo avute poche, noi. Monica Vitti e Sordi, la Loren e Marcello Mastroianni, Mariangela Melato e Giannini. Forse è il momento di inventarne una nuova». E a quale di queste tre vorreste somigliare? La risposta è la stessa per tutti e due: «A Giannini e la Melato che sono bravissimi e hanno saputo mescolare lacrime e risate».

Sergio Assisi ha grandi occhi chiari che lampeggiano e una mimica esagitata come se stesse interpretando un paladino alle crociate. Biondo come alcuni napoletani che hanno mantenuto tracce di longobardi, svevi e normanni, ha cominciato a recitare in teatro con Tato Russo ad appena 16 anni, quando ancora andava a scuola. «Vengo da una famiglia eclettica: mio padre scolpisce, mia madre scrive versi e canta, mio fratello insegna pittura: è ovvio che io non abbia mai pensato di fare il medico o l’ingegnere». Lanciato da Lina Wertmüller con cui continua ad accarezzare l’idea, per ora accantonata, di fare un musical su Caligola, frequentatore più che di tv di palcoscenici teatrali, abituato a non perdersi d’animo anche se i pochissimi film che ha fatto non sono usciti, spera di poter vedere prima o poi in qualche sala almeno due delle pellicole che ha girato: Masaniello di Angelo Antonucci e I guardiani delle nuvole di Odorisio. Ma non è uno spreco fare film che nessuno poi può vedere? «Questa è l’Italia. Eravamo la seconda cinematografia al mondo, oggi ci ha superato anche la Spagna. Per noi giovani ci sono solo le opere prime che valgono come un terno al lotto. Masaniello non esce ma gira per i festival e prende applausi: meglio di niente. I guardiani delle nuvole di Odorisio, che ha un cast straordinario, non lo mandano nelle sale perché, ti spiegano, è una storia di pecorari e dei pecorari nessuno se ne frega niente, dimenticandosi che racconta il passaggio doloroso dall’Italia contadina a quella industriale».

Gabriella Pession, ex campionessa di pattinaggio artistico che ha lasciato per una brutta caduta, è diventata popolare con Orgoglio nel ruolo della perfida arrampicatrice sociale, frutto di un amplesso proibito tra il conte Paolo Ferrari e la sua giovane cameriera, Imma Piro. Milanese di adozione ma appassionata del sole e del mare del nostro meridione, felicissima dei lunghi mesi trascorsi l’anno passato con Assisi e compagni sulla costiera amalfitana a girare Capri accanto a Isa Danieli, molto lanciata nella fiction nostrana che la subissa di proposte, più che del lavoro che c’è è preoccupata dell’amore che non c’è. «Tutti dicono: fai l’attrice: chissà quanti uomini! Per una notte, per una storiellina breve, certo, uomini se ne trovano. Io, però, voglio un compagno vero, uno che sia compatibile con i miei difetti. La solitudine mi terrorizza. I rapporti superficiali mi annoiano. Allora scelgo la visceralità appassionata del lavoro con la paura di gelarmi per sempre il cuore. E sogno la felicità. Anche se, per me, a essere felici sono rimasti solo gli imbecilli, che sono tanti, oppure i geni, che sono pochissimi».

In attesa di risolvere i suoi dilemmi esistenziali, progetta per quest’anno un ritorno in palcoscenico con un testo brillante perché, dopo aver fatto Storia d’amore e di anarchia con la Wertmüller, ha capito che il teatro, per la sua fisicità, somiglia più del cinema al pattinaggio che non riesce a dimenticare.


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IL GIORNALE del 06/10/2006

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TV MAGAZINE del 24/10/2006

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LEGGO del 05/12/2006

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Ischiacity (articolo segnalato da Arianna)
Mensile di mode & stili di vita, n. 12 - 2007
Celebrity
Che Passion!


Gabriella Pession e Sergio Assisi sono in vacanza relax-termale al "Regina Isabella" , reduci dalla fiction "Capri", uno dei grandi successi di questa stagione televisiva, che ha portato ad entrambi enorme popolarità e, nonostante siano quasi in incognito, accettano volentieri l'incontro con i nostri lettori. Prima arriva lei: maglioncino e pantaloni, capelli da cure termali, sembrerebbe ad un primo sguardo una semplice ragazza di ventisei anni in vacanza in una pensioncina. Ma basta un'occhiata poco poco più attenta e ci si accorge che è bellissima e decisamente a suo agio nell'ambiente raffinato che ci circonda : lineamenti delicati e senza difetti, incarnato diafano al punto giusto ed esente da imperfezioni, occhi di un particolarissimo e luminoso color nocciola chiaro. Quando inizia a parlare, in maniera schietta e spontanea, comunicativa al massimo, mi siedo volentieri con lei in un salotto tutto bianco e conchiglie stampate. Naturalmente il discorso cade sulla televisione mentre ci raggiunge lui, uno dei nuovi beniamini delle ragazze, anch'egli in jeans e maglione, barba incolta e capelli lunghi. In questo momento ha l'aspetto di un trentenne alternativo-no global in versione bella copia, occhi chiari molto intensi, bello e dannato, maledettamente espressivo, con le stesse caratteristiche comunicative della partner ed un'apparentemente consumata disinvoltura. Pensavo che mi sarei trovate di fronte due persone 'con la puzza sotto il naso' invece è esattamente il contrario. A questi presupposti, devo fare un'aggiunta: sono insieme a due, sia pur giovani, attori che prima di essere protagonisti in "Capri", hanno lavorato in teatro e nel cinema con registi come Lina Wertmuller, Pieraccioni, Robert Young, Claudio Bonivento, Luciano Odorisio, accanto ad attori di grande bravura, quindi dall'esperienza comunque vasta e diversificata nei generi. Ritorniamo per un momento a "Capri".
Racconta Gabriella: "è stato faticoso, la fiction in generale lo è. Si girano innumerevoli ciak in una giornata, dalla scena in cui hai diciott'anni fino a quella in cui ne hai trenta e due figli. Devi saperti immedesimare ogni volta nel carattere e nelle varie fasi del personaggio con la giusta carica emotiva e, la sera, si è stanchissimi. Io in particolare non amo vivere su un'isola, mi sento chiusa in gabbia".
Interviene Sergio: "Capri è una continua vetrina, anche nel poco tempo libero non si è tranquilli, e a questo si aggiunge che la fiction è stata anche parecchio improntata sulla pubblicità dei luoghi in cui si svolge. Poi, se per caso è una giornata felice e devi interpretare la parte drammatica del personaggio, o viceversa 'ti girano' per qualsiasi ragione e devi per lavoro essere allegrissimo, la sera arrivi distrutto. Ci vuole esperienza e soprattutto la capacità di rimettersi in gioco continuamente".
Riprende Gabriella "nel cinema il problema esiste ma siccome i ritmi sono più lenti c'è più possibilità di riprendersi tra una e l'altra scena. D'altra parte essere scelti per una fiction significa, se si è fortunati come lo siamo stati noi, raggiungere una popolarità che nessun altro strumento ti può dare. Questi programmi, essendo storie semplici e di sentimenti immediati, sono molto vicine alla gente, ciascuno ci si può identificare, ecco il motivo di tanto successo presso un certo pubblico, me ne accorgo quando mi riconoscono per strada e mi accarezzano il viso perché mi vogliono bene attraverso il mio personaggio".

Quindi la popolarità ottenuta può servire ad ottenere, chiedo io, qualche cosa in più ed esattamente cosa?
La risposta è condivisa da entrambi: "il teatro è la massima aspirazione, se non ti conoscono non ti viene a vedere nessuno. Ci piacerebbe interpretare un bel testo, non noioso, impegnato ma divertente. Poter scegliere di fare ciò che si desidera è splendido".
Intanto Sergio Assisi di teatro ne ha già molto alle spalle, incominciando dall'Accademia del Bellini di Napoli diretta da Tato Russo, che gli ha consentito di interpretare nel tempo i ruoli più lontani tra loro, dalla commedia di Scarpetta alla tragedia greca, passando da Molière a Shakespeare per arrivare al teatro contemporaneo. Poi il cinema con la Wertmuller e tutto il resto, quindici anni intensi di esperienze, di difficoltà, di attese, di momenti esaltanti alternati a periodi decisamente neri: il lavoro dell'attore è fatto così. "Se si è abbastanza caparbi da riuscire a tener duro, le soddisfazioni prima o poi arrivano" mi dice.

Chiedo quanto sia importante essere belli, nel loro mestiere e nella vita in generale.
Sergio afferma che forse dovrei cambiarmi gli occhiali prima di riferirmi a lui come tale: è modesto o forse solo poco obiettivo? Mi risponde più concretamente Gabriella: "conta, conta, nel nostro lavoro e anche nella vita. Ma non conta niente se alla bellezza non viene aggiunta una notevole capacità di comunicare. Sapersi esprimere al meglio, bucare lo schermo, arrivare alla gente, fin dentro, questo è quello che conta di più. Ed è più facile se si riesce a rimanere se stessi. Mi viene in mente Giancarlo Giannini, con cui ho lavorato, che pur essendo un grandissimo attore è rimasto nella vita un simpatico ragazzino con cui scherzare e da cui apprendere molto".
Aggiunge Sergio: "è vero, io conosco attori bravissimi, ma poco comunicativi, altri non eccelsi che però sanno entrare in contatto con il pubblico attraverso i personaggi, per il loro particolare modo di interpretarli. E' una dote naturale che non tutti possiedono ed è difficile, anche se non impossibile, da imparare".

Un attore deve avere modelli di riferimento, chiedo, e se non è indispensabile averne, c'è comunque qualcuno da emulare? Pare di no, o almeno non proprio. I nostri due eroi vorrebbero essere loro stessi, non hanno un modello ideale di attore e Gabriella aggiunge che "anche un bel testo aiuta, di fronte ai copioni di certi film ci si spiega la ragione del loro ingresso tra i miti del cinema. Si diventa personaggi indimenticabili quando un bravo attore interpreta con sensibilità una parte carismatica". Da come parla si intuisce che lei non dispera, e la vedo abbastanza caparbia da saperci arrivare prima o poi, con la 'tostaggine' delle sue origini valdostane unita alla sua infanzia americana. Anzi, dirò che vedo bene entrambi, magari insieme come già spesso è capitato, diretti da un grande per una storia grande che tocchi i cuori di tutti.


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IL MATTINO del 05/01/2007
PIANETA FICTION
Pession & Assisi, l’amore tra set e vita. I due attori, innamoratisi durante le riprese di «Capri», ancora insieme in «Graffio di tigre», un feuilleton sullo sfondo della Liberazione
di Eugenio Spagnuolo

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Galeotta fu la fiction «Capri» e il suo set, che li ha fatti innamorare, scatenando su di loro una tempesta di pettegolezzi. E chissà che succederà adesso che Gabriella Pession e Sergio Assisi sono di nuovo assieme per esigenze di scena, in un feuilleton dalle tinte forti. I due saranno infatti protagonisti di «Graffio di tigre», film in due puntate per Raiuno con la regia di Alfredo Peyretti, in onda a fine gennaio.

«È una storia intensa, ambientata alla fine seconda guerra mondiale» racconta Assisi.
«L’amore tra una donna nobile e un partigiano. Una grande passione sullo sfondo della Liberazione», aggiunge lei.

Coppia nello schermo come nella vita. Ai due, però, non piace che se ne parli. Se potessero farebbero a pezzi tutti i giornali di gossip che capitano loro tra le mani. «È una cosa di una banalità raccapricciante». Assisi ci va giù duro. «L’Italia di oggi è un paese in cui la creazione artistica è agli ultimi posti in Europa, e come si cerca di correre ai ripari? Dandoci dentro con i pettegolezzi. Dicono: ma il pubblico vuole questo. E invece no. Perché il pubblico è intelligente. Sa prendersi le cose buone, se gliele dai».
Pession, temperamento nordico, è più diplomatica. «Non m’interessa che i giornali ne parlino. È qualcosa di personale che andrebbe lasciato al di fuori, specie quando parliamo di attori che fanno il proprio mestiere. C’è gente che sui pettegolezzi costruisce carriere. Ma non è la mia storia».

Sergio e Gabriella, in realtà si conoscono da sempre. Innamorati per esigenze di copione già in «Ferdinando e Carolina» della Wertmuller. Ma come per il re e la regina, allora l’amore era solo una convenienza di scena. «Ci siamo persi di vista per sette anni, tornare a lavorare assieme è stato un caso», racconta Assisi.
E lei: «La Wertmuller ci scelse che eravamo poco più che bambini. Oggi, dopo tre film assieme tra noi c’è una grande complicità. Lavorativa».

I due non hanno alcuna intenzione di darsi in pasto agli italiani come coppia sullo schermo e nella vita. Il loro modello non sono Romina e Al Bano, insomma. Ognuno per la sua strada, da subito. Assisi, vorrebbe trovare spazio a teatro, il suo primo, grande amore. «Ma fare teatro vuol dire cercare un testo bello che funzioni, una produzione, un buon circuito, altrimenti la scena diventa sempre più povera. E non lo merita». Ci sarebbe un film su Masaniello che lo vede protagonista. Ma forse non uscirà mai. «Non mi ci faccia pensare. Non fui neppure pagato». Altri progetti? «Proposte, diverse. E una speranza: quella di rappresentare con il mio lavoro la parte creativa e positiva di Napoli, in un momento difficile».
Il carnet di Gabriella è invece bello pieno: «Ho appena finito di girare un film in Spagna, ”Le tredici rose”, con la regia di Emilio Martinez Lazzaro. Uscirà verso marzo. Parla di tredici ragazze minorenni fucilate nel ’39 dai franchisti. Una storia che merita di essere conosciuta. Ora, invece, sono sul set di ”Milano-Palermo e ritorno”, con Roul Bova, Giancarlo Giannini ed Enrico Lo Verso».

E torniamo a «Capri»,fortunata serie di Raiuno che li ha visti protagonisti oltre che innamorati. La seconda serie è stata decisa, ma né la Pession, né Assisi hanno ancora firmato il contratto, e la cosa preoccupa i vertici Rai, visti gli ottimi ascolti della prima parte. C’è chi dice che il problema siano i cachet. «La verità – chiosa Assisiè che tutto è ancora in ballo. Non si sa né quando né come questa seconda serie si farà. Non c’è nemmeno la sceneggiatura. Che cosa faccio, firmo a occhi chiusi?».
«Mai visto il contratto – replica Pession né la storia. Aspetto di leggerla. Se mi piacerà, firmerò. La voglia di farlo? Quella c’è, l’entusiasmo anche».


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IL MATTINO del 10/02/2007
SU RAIUNO
Assisi-Pession coppia per fiction e per amore

Rosy Gargiulo Roma.

È con baldanza che il direttore di Raifiction Agostino Saccà, dati alla mano, annuncia che il padre di tutti i reality, il «Grande fratello», è stato battuto negli ascolti giovedì dalla miniserie «Raccontami». Un buon esordio, per Saccà, per presentare «Graffio di tigre», miniserie in onda su Raiuno domani e lunedì tratta dal romanzo di Gino Pugnetti che si svolge sullo sfondo della guerra di liberazione, ai tempi della Repubblica di Salò, in Toscana, tra lotte partigiane e rastrellamenti fascisti. È in questo contesto che si incrociano storie d’amore e di amicizia che hanno per protagonisti Gabriella Pession e Sergio Assisi (già legati nella fiction «Capri», e, sembra, anche nella vita privata) Raffaella Rea e Simone Gandolfo. La «tigre» che graffia è la Pession, contessa dal temperamento aggressivo perché infelice. Fabio (Sergio Assisi) l’uomo che le farà conoscere la dolcezza dell’amore e l’importanza della maternità, è un soldato internato in un campo di prigionia da cui riesce a fuggire, e accetta l’ospitalità dell’amico Gino, figlio del fattore della bella villa del conte Innocenti (Roberto Herlitzka).

«Fabio non è un eroe perché non va in guerra?», dice Assisi parlando del suo personaggio che rifiuta la lotta partigiana per stare accanto alla sua donna che è incinta: «Io credo che oggi ci vuole più coraggio ad amare che a distruggere».

«Questo è uno dei ruoli più belli e difficili che ho interpretato», dice la Pession, «Ginevra appare come un personaggio disumano, ma è una bambina terrorizzata, una donna cresciuta in fretta col marito prigioniero, piena di rabbia. Ma l’inconscio la porta ad abbandonarsi ad una passione carnale: è quello il suo modo di chiedere aiuto, e da quello nascerà poi il sentimento

«Graffio di tigre», sceneggiato da Andrea Purgatori e Laura Ippoliti, porta la firma per la regia di Alfredo Peyretti: «Ho girato con emozione “Graffio di tigre” perché mio nonno era un partigiano ed è stato anche deportato. Amore e guerra sono temi forti che ho cercato di raccontare con un linguaggio cinematografico per renderlo fruibile anche ai più giovani».

Firma la produzione con Raifiction la «Casanova Entertainment» di Luca Barbareschi Susanna Bolchi e Lalli-Persinai. Dice Barbareschi (di cui la Rai manderà di nuovo in onda «Giorni da leone» sospeso, tra le polemiche, per gli ascolti insoddisfacenti): «Nelle nostre produzioni abbineremo la qualità al proposito di avere come riferimento un pubblico ampio, nazional-popolare».


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LA PROVINCIA DEL 10/02/2007

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CINE SPETTACOLO
13/02/2007

Graffio di Tigre
L’amore e l’amicizia al tempo della Repubblica di Salò in onda questa sera e domani su Raiuno


Coppia che vince non si cambia. E dopo il successo della serie Capri la coppia tv per eccellenza è Gabriella Pession e Sergio Assisi. Con Graffio di Tigre, fiction in due puntate, Raiuno ripropone l’amore (anche qui contrastato) tra i due attori che, si dice, siano uniti anche nella vita. Nei ruoli di Fabio - coraggioso partigiano - e Ginevra, affascinante nobildonna, Assisi e la Pession ci portano in Toscana ai tempi della Repubblica di Salò. Gino (Simone Gandoldo) e Fabio sono due amici. Scampati per caso ad un campo di prigionia inglese si rifugiano a casa del primo dove ad accoglierli trovano il padre Augusto (Sergio Forconi) e la sorella minore di Gino, Rosa (Raffaella Rea). Mentre tra la ragazza e Fabio comincia a nascere un sentimento, il giovane è oggetto anche delle attenzioni di Ginevra, nobildonna del luogo che vive con il suocero (Roberto Herlitzka) in attesa del ritorno del marito disperso in guerra. Una serie di eventi drammatici portano Gino ad unirsi ad un gruppo di partigiani mentre Fabio non vuole farsi coinvolgere. Questo provoca una frattura tra i due amici che diventa definitiva quando Fabio rifiuta il suo appoggio ad un’azione partigiana di Gino e i suoi compagni.

Nel frattempo, esplode la passione tra Ginevra e Fabio e durante un intenso incontro sessuale i due concepiscono un figlio. La donna vuole abortire ma gli eventi glielo impediscono. Intanto Gino e Augusto sono giustiziati e dallo zio Piero (Francesco Salvi) crudele gerarca fascista. Solo il disperato intervento del figlio di Piero, Jacopo (Andrea Bosca) salverà la vita di Rosa a prezzo della propria. Rosa si unisce allora ai partigiani e presto viene raggiunta da Ginevra, ormai visibilmente in stato interessante, mentre Fabio è costretto a nascondersi dopo aver ucciso un militare tedesco.
L’epilogo dolce amaro della storia (che si conclude solo 20 anni dopo gli eventi raccontati) mette tutti i protagonisti davanti alla verità dei loro sentimenti e degli errori fatti.
Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Gino Pugnetti, Graffio di Tigre è prodotto dalla Casanova di Luca Barbareschi e scritto per la Tv da Andrea Purgatori e Laura Ippoliti. In onda questa sera e lunedì, la fiction si propone, secondo le intenzioni del regista Alfredo Peyretti (La Squadra, Joe Petrosino) di avvicinare il pubblico più giovane a tematiche difficili come il caos e le violenze che sconvolsero l’Italia dopo l’8 settembre.

Gli elementi vincenti? Ritmo incalzante a sostegno di una tensione emotiva sempre alta, forme di linguaggio meno classici e una regia di tipo cinematografico. Quanto ai due protagonisti la storia d’amore che li unisce è decisamente più tormentata e ‘cruda’ rispetto alle atmosfere gioiose di Capri.

Ginevra è una donna fredda - dice la Pession - e il suo atteggiamento distaccato quasi disumano. Aggressiva, egoista e sfrontata ho scoperto però in lei una bambina mai amata che si porta dietro il gelo della sua infanzia e lo trasforma in una durezza che non le appartiene. Solo l’amore la può curare, anche se arriva sotto forma di una passione carnale”.

Amore contro la distruzione della guerra. Questa per Sergio Assisi è l’anima profonda del suo personaggio. “Fabio è un rivoluzionario a suo modo. Un uomo che ha il coraggio di rifiutare le logiche della guerra in un periodo in cui questo era considerato da vigliacchi. E anche oggi, pure se sembra banale dirlo, ci vuole molto più coraggio a fare l’amore che non la guerra”.

A questo punto, la domanda è d’obbligo. Dopo "Ferdinando e Carolina" e "Capri" sei tornato a fare coppia con Gabriella Pession. C’è una grande intesa tra voi due...

Ci siamo conosciuti sul set della Wertmuller e rincontrati poi casualmente per Capri. L’intesa professionale c’è e credo si veda, tanto che sono arrivate già proposte di lavoro proprio per la nostra coppia”.

Ti è piaciuto il personaggio di Fabio, così diverso dal ‘solare’ Umberto di "Capri"?

"Fabio sembra tenersi fuori dagli eventi drammatici che lo circondano con un atteggiamento quasi superficiale. Invece è un uomo con dei valori e principi. Umberto faceva sorridere, Fabio forse farà riflettere. L’importante è che entrambi sappiano trasmettere al pubblico delle emozioni”.


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Avec Moi-The Magazine
L’intervista di AvecMoi. Risponde Sergio Assisi
10 Maggio 2007
Lorenza Fruci

Siamo abituati a pensarlo sull’isola di “Capri” o immerso nel romanticismo di "Elisa di Rivombrosa II", ma Sergio Assisi non è solo questo. Il suo successo in tv paga 20 anni di teatro da 30 mila lire al giorno.
Fino al giorno in cui, nel ‘98, decide di lasciare il teatro per tentare la strada del cinema. Il suo esordio è nel 1999, nel "Ferdinando e Carolina" di Lina Wertmuller, per cui viene candidato al Globo d'oro come Miglior attore protagonista. Subito dopo gira "L'uomo della fortuna", diretto da Silvia Saraceno. Nel 2000 Edwige Fenech gli offre un ruolo nel tv-movie della Rai "L'attentatuni" di Claudio Bonivento, sulla storia del giudice Falcone, che farà un record di ascolto. Nel 2002 gira un altro tv-movie Rai, ICS di Alberto Negrin, e quindi torna al cinema ne "I guardiani delle nuvole" di Luciano Odorisio, al fianco di Alessandro Gassman e Claudia Gerini. Nel 2003 recita nel "Masaniello" di Angelo Antonucci, con Anna Galiena e Franco Nero. Ritorna alla televisione nel 2004, in "Imperia", la grande cortigiana, nella parte di Cesare Borgia. Ma non dimentica mai il teatro, il suo primo amore, che iniziò a frequentare per caso presso l'Accademia Teatrale del Teatro Bellini di Napoli, diretta da Tato Russo agli inizi degli anni '90.


- Possiedi più abiti o scarpe?
Abiti

- Quanti specchi possiedi? A figura intera?
Uno nel bagno. Non è a figura intera e ogni volta per guardarmi è un problema: devo salire sul water!

- Come vesti quando sei a casa in relax?
D’estate resto nudo, d’inverno indosso la tuta.

- Le donne al potere ti affascinano o ti spaventano?
Entrambe le cose.

- Le bionde sono tutte stupide?
Perché le brune?

- Quando ti annoi, te ne vai?
Si, assolutamente.

- Pizza o sushi?
Pizza.

- Quanto puoi resistere senza fare sesso?
Bella domanda...dipende dai periodi. In genere posso resistere.

-Ti è mai capitato di non riconoscere “la donna del giorno dopo” quando ti svegli dopo una sbornia?
Non mi sono mai sbronzato e non mi è mai capitato.

- Fumi? Cosa?
Niente.

- Hai delle nevrosi o ossessioni compulsive?
Molte, quella più comune è la paura delle malattie e della solitudine che però è una cosa molto umana.

- Quali sono le tre cose che odi di più?
La stupidità e l’egoismo, sono solo due ma comprendono tutto.

- E quelle che più ami?
Quando una persona non antepone se stesso agli altri, ossia è una persona illuminata, che dà molto. Ammiro molto le persone che riescono a uscire da se stesse e a fare veramente qualcosa per gli altri come Gesù Cristo, Gandhi, San Francesco, Madre Teresa di Calcutta di cui ricordo una famosa frase detta durante un’intervista mentre stava lavando i piedi ad un lebbroso. Le dissero “Madre, io non laverei i piedi ad un lebbroso neanche per un milione di dollari”, lei si girò e disse “Neanche io”...

- L’acquisto di cui sei più soddisfatto?
Un bonsai.

- Il bicchiere: mezzo pieno o mezzo vuoto?
Dipende dai momenti.

- L’oggetto di uso quotidiano che ami di più?
La forchetta.

- Un libro, un film o un disco che ti ha cambiato la vita?
Un film: “La vita degli altri”.

- Il tuo quotidiano preferito?
Il Corriere della sera e La Repubblica.


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IL MATTINO
22/05/2007

IL DIARIO DI CLASSE DI SERGIO ASSISI

«Ero l’unico della mia scuola a saper già utilizzare il computer, mentre in classe ancora prendevamo lezioni su macchine obsolete. Ricordo che a volte perfino la prof di informatica mi chiedeva delle consulenze». Sergio Assisi, attore di successo nelle fiction italiane, da studente frequentava il professionale Salvator Rosa di piazza Cavour. «Ma scelsi l’istituto solo perché era a due passi da casa. Un errore perché tra partita doppia e calcolo ero un disastro. L’unica materia in cui avevo ottimi voti era italiano. Il consiglio? Non sottovalutate mai l’indirizzo di studi che intendete seguire e lasciatevi guidare da quello che realmente vi piace»


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IL MESSAGGERO
venerdì 01 Giugno 2007

Solidarietà "stellare" a fior di labbra: favorevoli anche Bova, Assisi e Somma
Gassman come Clooney "Ma io bacio meglio"


di Massimiliano Lazzari

«Quanto può valere il mio bacio per beneficenza? Se George Clooney ha fatto guadagnare 350mila dollari, io punto direttamente a 400mila. Perché lui sarà anche più bello e famoso, ma io sono italiano e perciò bacio meglio!». Parola di Alessandro Gassman, che di fronte a una motivata causa di solidarietà non si tirerebbe indietro, proprio come il divo americano. Potrebbe non restare un caso isolato il suo beau geste (beau anche per la dama che l'ha voluto a tutti i costi, anzi, costi quel che costi): in pieno Festival di Cannes ha messo all'asta il suo bacio a fior di labbra per contribuire alla sacrosanta lotta all'Aids targata Amfar, azione a fin di bene che alla Croisette ha fatto la felicità di una giovane e avvenente signora - che ha sborsato appunto 350mila dollari - e dei tanti fotografi che hanno immortalato l'indimenticabile effusione.
Gassman, talento e fascino in dosi massicce, interrogato sul probabile valore di un suo bacio per beneficenza, ha le idee chiare e accetterebbe. Nel tam tam mediatico seguito al charity kiss di Clooney, l'ipotetico bacio di Gassman non sfigurerebbe: viste le sue quotazioni professionali, sarebbe di respiro internazionale. Come lo sarebbe per Raoul Bova, star italianissima ormai di casa a Hollywood. Lui, che in questi giorni impazza sul grande schermo con il suo ultimo film "Io, l'altro", non ne fa una questione di prezzo, difficile da quantificare: «Quanto potrebbe valere? Il valore - spiega l'attore - del mio bacio lo farei decidere a coloro che partecipano all'asta. Non è che l'idea - sottolinea - mi faccia impazzire, però credo che qualsiasi cosa che abbia lo scopo di aiutare chi ne ha bisogno possa essere fatta. Se poi riuscissimo ad ottenere mille euro o centomila o di più, andrebbe comunque bene. Sono sicuro che anche dieci euro donati a chi ne ha bisogno, andrebbero in una direzione giusta». Non ha prezzo, il suo kiss per beneficenza. Ma le phisique du role ce l'ha tutto: non a caso Bova fu scelto, qualche anno fa per un bacio a Madonna in un famosissimo spot.
Un fascino molto particolare è quello di Sergio Assisi, attore che a questa dote unisce anche un piglio da conquistatore, pure se il suo cuore adesso è tutto per la bella collega Gabriella Pession: «I baci si danno gratis, ma se proprio qualcuno volesse pagarlo per uno scopo benefico, allora è bene che questa signora s'impegni bene a fare questa cosa: sparo la cifra? Un milione di euro, non per me ed il mio bacio, ma per tutte le sfortunate persone a cui questi soldi finirebbero. Se poi vi sembra poco, posso anche rilanciare e raddoppiare, che dite vanno bene due milioni per un bacio a quella parte più sfortunata del mondo, come magari l'Africa, il Medio Oriente o il Sudamerica?».
Anche Sebastiano Somma non si sottrarrebbe alla gara di solidarietà: «Al bacio si può unire uno sguardo profondo? È in omaggio per la generosa vincitrice di una probabile asta. E comunque se qualcuno mette mano al portafoglio, diciamo così, pesantemente, per una causa nobile come la beneficenza, io il bacio glielo do gratis!». E scusate se è poco!


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Corriere del Mezzogiorno (ed.Campania)
Giovedì 9 Agosto 2007

Claudia Catuogno

Sergio Assisi: io da divo a imprenditore di Capri
Il “bello e dannato” si redimerà nella fiction. Intanto apre una gioielleria sull’isola


CAPRI-Tutto pronto per la fiction “Capri2”. Ieri mattina sono iniziate le riprese
all’ombra dei Faraglioni con una piccola troupe, sbarcata sull’isola per iniziare a filmare le varie location, puntando su Marina Grande e sulle folle di turisti agostani. Gli idoli della fiction Rai, però, non c’erano, impegnati nel Salernitano (Villa Guariglia a Raito di Vietri sul Mare) per i primi ciak. Confermato il cast dello scorso anno, i protagonisti arriveranno a Capri in ottobre per girare in alcuni degli angoli più suggestivi dell’isola.
Ne parliamo con il “fidanzato” Sergio Assisi, che ci svela il suo rapporto con Capri, il suo amore per l’isola e per Gabriella Pession, compagna di scena e di vita.

Lei ormai è diventato un idolo. Che effetto le fa sapere che c’è un’isola intera (e non solo quella) che la adora?
Direi una falsità se dicessi che non mi fa piacere ma questa è una cosa che non cambia la vita. Sai, quando mi fermano per strada, sono più contento se mi dicono che sono bravo, piuttosto che sono bello, anche perché secondo me non è vero

Fiction a parte, da napoletano viene in vacanza a Capri?
Ho tantissimo amici sia a Capri che a Ischia. Ho una predilezione particolare per le isole. Mi piacciono tanto e a Capri ci venivo già in tempi non sospetti

Sfila in piazzetta come le star americane o preferisce appartarsi?
Adoro luogo deserti ma non per fare lo pseudo intellettuale alla Hemingway. Mi piace stare a contatto con me stesso in posti isolati e tranquilli. Quando giravo a Capri , ad esempio, c’era un posto che adoravo particolarmente. Seguendo le orme di Neruda mi sedevo lì, ammiravo i Faraglioni e trascorrevo serate ad ascoltare musica

Sergio Assisi, un vero romanticone?
Direi più che romantico, sensibile, anche in maniera eccessiva per come va oggi il mondo, per come è la società. Mi trovo un po’ al di fuori. La sensibilità porta sofferenza ma è anche una ricchezza e ti aiuta nel lavoro

Amore, intrighi, tradimenti, scoperte…cosa ci riserverà la seconda edizione di “Capri”? Può darci qualche anticipazione?
La storia è blindata…”

Può dirci almeno cosa succederà al suo personaggio, Umberto Galiano?
Sarà ugualmente giocherellone, ugualmente viveur, amante della vita e delle donne. In pratica un edonista assoluto. Ad un certo punto, però, Umberto avrà un mutamento radicale perché succederanno delle cose che lo porteranno a cambiare. Ma chissà…”

Non può lasciarci sulle spine. Cosa succederà? Diventerà più serio?
"Un po’ più serio? Chi lo sa! Non so se realmente diventerà un uomo più serio e meno…”

Nonostante il suo animo buono e sensibile, lei, però, fa sempre la parte del cattivo…
E’ vero. Mi affidano sempre ruoli da cattivello. Ma io adoro quei ruoli, e’ uno spasso. Interpretare una parte così diversa da me è una sfida. E’ più difficile. Quanto più è cattivo e viscido il personaggio, più mi piace. Sarebbe troppo facile interpretare qualcuno simile a me

Quando tornerà a girare a Capri?
In ottobre. Anche perché c’è una luna meravigliosa in quel periodo e credo sia davvero il momento migliore

Un legame particolare, dunque, quello con Capri…
Sì è vero. E anche se non dovrei dirlo, in piazzetta, ho aperto una gioielleria con Serena, una mia carissima amica. Abbiamo pezzi unici, antichi che io adoro particolarmente e che ho regalato anche a Gabriella (Pession, ndr)”.

La prima edizione non è terminata con il lieto fine per lei e la Pession. Nella vita vera però ha avuto la sua rivincita. Ci sono fiori d’arancio in arrivo?
E chi lo sa…la vita ci riserva tante sorprese…”


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Dre@m Magazine (articolo segnalato da salvinasm) del 31/10/2007
Sergio Assisi: basta parlare della mia vita privata
di Virginia Maresca

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Un’ indole tipicamente partenopea unita ad un carattere brillante dalle sfumature narcisiste sono alcune delle caratteristiche di Sergio Assisi¸ uno dei protagonisti della fiction più attesa del momento Capri 2. Da napoletano verace e innamorato folle del suo lavoro e di Gabriella Pession¸ Assisi che per ben 19 anni si è fatto strada nel mondo dello spettacolo¸ ha oggi raggiunto la consapevolezza che il traguardo artistico raggiunto sia frutto non solo di una semplice fortuna¸ ma soprattutto di un innato talento¸ qualità specifiche che si sono dimostrate la sua arma vincente.

Attualmente sei impegnato sulle scene di Capri 2¸ una fiction che ha riscosso notevole successo e che ti ha dato maggiore popolarità?

«La popolarità arrivata con Capri è ineguagliabile. Oggi la popolarità viene considerata come un traguardo¸ un punto di arrivo ed io non sono molto d`accordo su questa cosa. Sicuramente ti permette di guadagnare maggiormente e di avere più scelte¸ più proposte da valutare.»

Puoi anticiparci qualcosa di quello che vedremo nella prossima serie di Capri?

«In Capri 2 lo spettatore potrà notare un`evoluzione rispetto alla prima serie. Per quanto riguarda le vicende è chiaro che non posso svelare nulla.
Quel che posso dire è che ci saranno diversi sviluppi¸ nuovi personaggi che intrecceranno le loro vicende a quelle dei protagonisti¸ questo per creare movimento e metter un pizzico di pepe in più nella fiction¸ rendendo le nuove puntate più interessanti


Sul set di Capri è nato l`amore tra te e Gabriella Pession. La storia è nata così per caso? Quando è scattata veramente la scintilla?

«E chi lo sa? Ci conosciamo da più di 10 anni¸ la nostra amicizia è nata sul set del film Ferdinando e Carolina. Forse la scintilla è scattata proprio in quel periodo¸ ma oggi che siamo ritornati a lavorare insieme¸ restando a stretto contatto per mesi¸ abbiamo capito di esser fatti l`uno per l`altra. Ad essere sincero non amo più parlare della mia vita privata¸ oramai è stato detto tutto. Questo per rispetto di Gabriella¸ del suo lavoro e del mio. Abbiamo fatto una scelta ed è quella di non parlare più di noi alla stampa. Tutto ciò è diventato deleterio per la nostra professione

Quanto vi ha infastidito essere stati bersagliati dai paparazzi quest`estate?

«Purtroppo nel nostro Paese le cose vanno così. Alla gente interessa la vita privata degli altri¸ forse perché la loro vita non è molto interessante¸ quindi cercano nelle storie dei personaggi famosi qualcosa che possa piacere che possa renderli vivi.
Comunque sia¸ sono del parere che se tu alla gente dai le molliche la gente si mangia le molliche¸ se tu dai le lasagne si prende le lasagne. Quindi se ci sono decine di giornali che pubblicano notizie inutili¸ paparazzate fatte di tette e culi in bella mostra¸ la gente inizia a nutrirsi solo di quello ed è quello che poi pretende di vedere


Non pensi invece che la gente è semplicemente curiosa di conoscere in maniera più approfondita il personaggio che tanto amano e adorano vedere al cinema o in televisone? E non mi riferisco a quello che viene pubblicato sui giornali di gossip…

«Mettere a conoscenza il pubblico che ci segue sui fatti riguardanti la vita privata mi sta pure bene¸ purché questo non si trasformi in una persecuzione da parte dei fotografi che cercano di rubarti la tua privacy¸ creando problemi sia nella vita privata che nel lavoro¸ ecco questo proprio non lo digerisco. C`è un detto che dice: la mia libertà finisce dove inizia la tua. In Italia ormai la parola libertà non esiste più è stata cancellata dal vocabolario

Napoli oltre ad essere la città in cui sei nato¸ rappresenta anche la tua fortuna artistica. Proprio qui hai girato il tuo primo film Ferdinando e Carolina. Quanto senti la tua napoletaneità?

«Perdona la mia modestia¸ ma a me piace definirmi un rappresentante della Napoli buona¸ creativa¸ quella che non si arrende e che cerca di trarre dalle proprie ceneri qualcosa di buono.
Dico questo perché vorrei che il mio narcisismo sia da esempio a tutti quei napoletani che¸ partendo da una situazione come la mia¸ non sono andati avanti¸ sono rimasti sotto le ceneri.
Sono felice di essere napoletano¸ solo che ogni volta che torno a Napoli soffro nel vedere la città sempre più abbandonata.
Ho l`impressione che il napoletano sia oramai stanco di combattere¸ di reagire¸ ed è questa apatia¸ questo accontentarsi che non risolve i problemi. Penso che per risollevare la situazione e cancellare il marcio ci vorranno ancora un centinaio di anni


Artisticamente nasci con il teatro che per anni hai tralasciato. L`anno prossimo ritornerai sul palcoscenico in compagnia di Gabriella Pession presentando la commedia De Pretore Vincenzo di Eduardo De Filippo…

«Quel progetto purtroppo non si farà più. Stiamo valutando altre commedie sempre di spessore¸ ma attualmente non posso dirti quale.»

Come mai hai deciso di ritornare a teatro dopo averlo tralasciato per anni?

«In realtà non ho mai abbandonato il teatro¸ l`ho solo messo da parte. Purtroppo ho dovuto fare questa scelta perché all`epoca non si guadagnava molto a teatro¸ in verità neanche oggi. Fortunatamente ho incontrato Lina Wertmuller e da lì si è aperta un` altra strada che non sostituisce assolutamente il teatro. Teatro¸ cinema¸ televisione dico sempre che sono tre strumenti differenti ma ugualmente validi. E come suonare il violino¸ un piano¸ un sassofono come fai a dire qual`è il più bello o il più comunicativo. Sono tutti è tre comunicativi¸ però¸ dipende dai gusti della gente

Quali sono state e quali sono ancora le tue guide artistiche¸ se ce ne sono?

«Per guida artistica intendo una persona che incontri sul set e che ha più esperienza di te¸ tante cosa da raccontarti e da insegnarti.
Molto spesso sia io che Gabriella parliamo con Isa Danieli¸ che a sua volta ci narra le vicende legate alla sua carriera¸ alle sue esperienze¸ ai suoi diversi personaggi che negli anni ha interpretato¸ insomma una vera e propria guida artistica tutta per noi.
In passato una guida fondamentale è stata il regista romano¸ Livio Galassi¸ che mi ha scoperto e lanciato nel mondo del teatro e Lina Wertmuller che mi ha aperto le porte del cinema.
In futuro spero di incontrare sempre delle persone che possano insegnarmi qualcosa¸ lasciandomi un pizzico di esperienza


Teatro¸ cinema¸ televisione¸ cosa vuole Sergio Assisi ma soprattutto dove vuole arrivare?

«Assolutamente non voglio arrivare da nessuna parte. Non c`è nessun traguardo. Uno percorre una strada dove a destra e a sinistra trovi delle cose¸ o le fai o non le fai. Forse un traguardo è quello di avvicinarmi il più possibile alla serenità. Però se dovessi dirti cos`è la serenità non lo so. Probabilmente solo quando vivi un periodo magico¸ una situazione che ti fa star bene¸ allora puoi dire di essere sereno e di stare bene¸ quindi cerchi di fermarti il più possibile su quella cosa

Per te un` esperienza vale l`altra…

«Sono aperto a tutto. Un`esperienza fondamentale e importante è stato l`incontro con Gabriella¸ poiché mi ha aperto la mente a nuovi orizzonti.
Lei come persona è molto diversa da me. E` nata in America e ha sempre viaggiato in giro per il mondo¸ mentre io sono sempre stato più chiuso¸ legato alle mie radici.
L`incontro con lei lo reputo una crescita personale¸ in cui riesco a vedere le cose sotto altri punti di vista


Per te fare l`attore è un lavoro o una passione?

«E` un lavoro a tutti gli effetti perché è faticoso. Vivi sempre lontano da casa¸ cambi continuamente alberghi¸ ti sposti da un posto all`altro e mangi sempre fuori. Tutto questo è pesante ma lo reputo comunque il lavoro più bello del mondo.
Quando interpreto un personaggio che veramente mi appassiona e mi aggrada¸ il lavoro si trasforma in un gioco¸ ma se un giorno questo gioco non mi diverte più allora c`è un problema.»
Questo però non è il tuo caso?
«Devo dire che in passato ho vissuto una fase di noia¸ apatia¸ staticità. Fortunatamente mi è passata.
»

Il traguardo raggiunto è merito di sacrifici o di semplice fortuna?

«Posso essere immodesto?»

Certamente..

«Ho cominciato a lavorare a teatro all`età di 16 e mi sono fatto in quattro per anni. Sono 19 anni che faccio questo mestiere e sicuramente l`elemento fortuna c`è ma in particolar modo il talento. Se uno ha talento dovrebbe a sua volta avere fortuna invece molto spesso le due cose non vanno di pari passo e la storia lo conferma. Grandi artisti¸ attori¸ pittori che sono poveri e non vengono apprezzati in vita¸ riscuotono il loro successo solo dopo la morte

Fra i diversi set¸ dove ti sei sentito più a casa tua?

«Non voglio essere banale ma in ogni cosa che faccio mi sento sempre a casa mia.
Riesco a integrarmi con il gruppo con semplicitภfa parte del gioco. Il saper vivere insieme agli altri per tante ore¸ per tanti giorni è un insegnamento che devo al teatro


Invece tra le tante trame quale ha scaturito più interesse da parte tua?

«Il graffio di tigre è stato senza ombra di dubbio un lavoro bello e intenso allo stesso tempo¸ anche se fondamentalmente amo fare la commedia. Quello che realmente mi ha lasciato un segno è stato il primo film Ferdinando e Carolina.
Il giorno in cui fui scelto per interpretare quel ruolo è stato il più bello della mia vita.»
L`anno scorso eri tra la giuria del Festival di Sanremo nei panni di critico musicale. Nel tuo quotidiano che genere di musica ascolti?
«Dalla classica alla house. Adoro i testi e la musica di Claudio Baglioni¸ Samuele Bersani¸ Pino Daniele e Franco Battiato


Dopo Capri cosa bolle in pentola?

«Ci sono diversi progetti ma tutti da pianificare. In questo momento sono ancora impegnato a girare le scene di Capri 2 che vedremo probabilmente la prossima primavera. Per quanto riguarda tutto il resto¸ magari non faccio niente e me ne vado in Zimbabwe

Edited by Geric - 8/10/2009, 21:01
 
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Geric
view post Posted on 24/7/2009, 10:59




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IL QUOTIDIANO DEL CINEMA del 02 maggio 2008
Intervista a Sergio Assisi, rompiscatole, orgoglioso e... napoletano!
Notizie - Cinema
Scritto da Taisia Raio

«Il successo? Non so cosa sia, è qualcosa di vago... Non mi riguarda. L'importante per me è essere liberi di coltivare una propria aspirazione, di fare progetti e di creare». Sergio Assisi, 36 anni, napoletano, nonostante sia ormai un personaggio famoso del mondo dello spettacolo grazie alla sua interpretazione nella seconda serie di «Elisa di Rivombrosa», in «Graffio di tigre» e nella fiction «Capri», è rimasto un uomo semplice, disponibile e umile. Gli parli e noti un forte attaccamento alla terra d'origine, un grande amore per il suo lavoro e per i suoi fan. Per non parlare di un innato senso dell'umorismo, una dote che caratterizza molti napoletani.

A quale film da lei interpretato è più legato?

«Di sicuro, 'Ferdinando e Carolina' con la regia della grande Lina Wertmuller. Avevo 25 anni e per me fu un'esperienza indimenticabile non solo perchè fu la prima volta dinanzi a una macchina da presa con la parte di protagonista, ma anche perchè il film fu realizzato in costume. Però sono anche molto legato a 'Graffio di tigre', una miniserie mandata in onda su Rai1 nel febbraio del 2007 che riscosse un gran successo».

C'è qualcosa che ha in comune con Umberto, personaggio da lei interpretato nella fiction Capri?

«Sì, il mio carattere è per il 60% uguale a quello di Umberto. Abbiamo le stesse debolezze, la stessa gioia di vivere, anche se a me manca la grande leggerezza che ha quest'ultimo nell'affrontare le situazioni, io ritengo infatti di avere una maggiore sensibilità».

Può raccontarci un retroscena divertente ed inedito avvenuto durante le riprese della fiction Capri?

«Un giorno, durante la pausa-pranzo, mi ero recato un attimo nel mio camerino e con sorpresa al mio ritorno scoprii che tutti i cestini erano finiti. I miei colleghi avevano mangiato tutto. Feci il pazzo...»

Capri 2 è un successo! È previsto Capri 3?

«Non lo so. E se ci sarà, non so neanche se saremo noi i protagonisti».

Preferisce il cinema o il teatro?

«Sono entrambi molto utili e importanti nonostante le differenti funzioni».

I suoi prossimi impegni nel mondo dello spettacolo?

«Ho in elaborazione vari programmi sia per il cinema che per la tv, ma da buon napoletano scaramantico preferisco non parlarne ancora».

Cosa l'ha spinta a realizzare con suo fratello Dario il libro da poco uscito «Spazza Napoli»?

«Un grande desiderio di dare fiducia e speranza a una città meravigliosa che purtroppo è stata tante volte svilita dai mass media. Quello che voglio che tutti sappiano è che a Napoli non c'è solo spazzatura!»

Come sta andando la vendita del libro?

«Abbastanza bene. Ho letto una recensione del 'Corriere della Sera' che pone il mio libro al settimo posto nella classifica delle vendite».

Quando era piccolo voleva già fare l'attore?

«Sì, ho iniziato a 12 anni a scrivere libri e a 15 giravo degli sketch con mio cugino».

All'inizio della sua carriera aveva qualche idolo?

«No e sinceramente non per modestia, ma non mi sono neanche mai chiesto il perchè».

Come è il suo rapporto con i fan considerando che ormai è una celebrità?

«Ottimo, io esisto e sono quello che sono grazie a loro. Provo massimo rispetto nei confronti dei miei fan».

Nella vita di tutti i giorni il suo carattere è sempre così allegro e gioviale?

«No, magari, anzi alcune volte desidererei essere proprio come Umberto».

Tre aggettivi con i quali pensa di potersi definire.

«Rompiscatole, orgoglioso e... napoletano».


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CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (articolo segnalato da petitta)
27 agosto 2008
Assisi: amo il personaggio di Umberto ma ora torno al grande schermo Dopo il successo di «Capri», l'attore e la compagna Gabriella Pession saranno nel nuovo film firmato dalla Wertmuller
di Anna Paola Merona

NAPOLI - «Dopo dieci anni Gabriella (Pession) ed io saremo di nuovo diretti da Lina Wertmüller: le grandi coppie artistiche funzionano sempre, in barba agli scettici». E'arrabbiato con «i piccolo borghesi, gli intellettuali di ritorno, i burocrati che imbrigliano la creatività e mettono all'angolo gli attori schedandoli: qui i televisivi, lì cinematografici, poi i teatrali... Ma dove succedono queste cose? Solo da noi». L'attore napoletano Sergio Assisi è un fiume in piena: e non le manda a dire. E fa eco così alle dichiarazioni rilasciate dalla sua partner — nel lavoro (i due sono entrati nelle case di tutta Italia grazie alla fiction Capri) e nella vita — Gabriella Pession al Corriere della Sera. «La serialità ti lega le mani, ti condiziona. Se continuo così dentro al calderone televisivo ci muoio» ha detto Gabriella, che con Assisi ha esordito al cinema dieci anni fa con Lina Wertmuller in «Ferdinando e Carolina». «In realtà — dice Assisi — il mio debutto risale al 1990, in teatro. Ma oggi in Italia se hai fatto tv non importa a nessuno della tua attività sul palcoscenico. E' diverso invece in Inghilterra, in America o in Francia. Io sono stato chiamato da Kassovitz per fare un film proprio grazie al mio curriculum teatrale. Poi ho rinunciato ed è stato scelto Vincent Cassel».
Maledetta televisione, allora?
«Ma proprio per niente. La colpa è dell'atteggiamento di alcuni snob che tendono a demonizzare gli attori che fanno televisione: io li chiamo gli intellettuali del cinema. Ricordo a questi signori che le più grandi star internazionali — Robin Williams, Bruce Willis, Will Smith, Jennifer Aniston — sono nate proprio in tv. Ci sono stati registi che non hanno neanche voluto incontrarmi perchè sono in tv da 20 anni. Ma per me teatro, cinema e televisione sono tre strumenti diseguali, ma tutti validi. La condizione è la qualità: c'è la tv di serie B e il cinema di serie B. Non un disvalore per genere».
Anche lei, come la Pession, si sente imbrigliato dalla serialità?
«Sì, ma solo perché siamo in Italia dove questa condizione limita. Certo, oggi la tv è fatta di molti reality e di pochi contenuti. Però in mezzo a tanta roba brutta c'è anche tanta roba bella».
Pentito di aver fatto «Capri»?
«Ma vogliamo scherzare? Il mio personaggio, Umberto, mi ha dato una popolarità immensa: mi fermano per la strada. Certo, non mi interessa la popolarità, ma le cose belle: ma oggi si bada poco all'artistico che c'è in alcuni attori: io non sono un prodotto da consumo. Non mi sento da supermercato, ma da boulangerie».
E dove vedremo questo prodotto?
«Al cinema, nel film della Wertmuller "Mannaggia alla miseria", che andrà anche in tivvù».
Dunque ancora sul set con Gabriella?
«Ma sì: e anche qui c'è un pregiudizio. Le grandi coppie del cinema hanno funzionato per decenni: penso alla Melato con Giannini, alla Loren con Mastroianni, a Vianello con la Mondaini, a Walter Chiari con Delia Scala e a Jolie con Brad Pitt. In America le fanno fruttare queste cose. Qui storcono il naso».
E poi?
«Ho un paio di progetti teatrali, un libro in uscita per Mondadori, un romanzo da ultimare...».
E «Capri»?
«Non so nulla, secondo me sarebbe un errore fare la terza serie».

****************



Intervista a Dario Assisi, da IL Roma,
del 04/12/2008


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Edited by Geric - 8/10/2009, 21:02
 
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Geric
view post Posted on 8/10/2009, 19:43




* * * 2009 * * *



CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (articolo segnalato da Lucyluna)
Natascia Festa
10/03/2009

Sergio Assisi, talenti di un bello e possibile. Un libro di grazie ricevute e un romanzo
Esce per Mondadori a fine marzo: «San Giuseppe facci vincere lo scudetto fino al tremila» scritto con suo fratello. E c'è anche un esordio narrativo: «Mi dimetto da uomo». E su Rai Uno presto «Mannaggia la miseria» di Lina Wertmuller

NAPOLI - Il titolo è di quelli che fanno tremare le vene ai polsi del pubblico femminile: «Mi dimetto da uomo». Soprattutto quando a sceglierlo per il suo primo romanzo è Sergio Assisi, attore napoletano di talento e decisamente nuovo sex symbol tutto meditarraneo. Ma la precisazione rassicura: «Attenzione però: non si tratta mica di outing. Nel romanzo mi dimetto dal genere umano non dal genere maschile». Meno male. Assisi, che già l'anno scorso aveva debuttato nel mondo editoriale con «Spazza Napoli», un volume fotografico curato insieme con il fratello Dario (fotografo e insegnante di pittura) e Domenico Raio per la Biblioteca umoristica di Mondadori, è un partenopeo in continua effervescenza creativa che modula tra schermo (grande e piccolo) e pagina scritta. Ma questa del romanzo è una novità assoluta.

Debutto all'Accademia del Bellini, gradissimo successo con la fiction Capri, poi cinema e televisione. Ma la scrittura dove covava?
«Covava fin dall'inizio, anzi la pagina è venuta prima della scena. Ho iniziato a scrivere intorno ai dodici anni per superare le difficoltà. Da piccolo ero molto introverso, la mia è stata un'adolescenza travagliata. Sono cresciuto in una famiglia semplice e modesta ed ero attraversato da grandi sogni. Così scrivevo: diari, racconti, osservazioni, riflessioni ma anche altro. Scrissi ad esempio una storia di 40 pagine che anni dopo ho ritrovato in un film, La finestra di fronte di Ozpetk. Uguale. Se devo indicare un registro per la mia scrittura direi che è ironico e tragicomico».
Cosa racconta «Mi dimetto da uomo».
«Delle disfunzioni dell'umanità, delle cose che non vanno in questo mondo, dei paradossi irriducibili. Tutti motivi che creano una distanza tra me e il mio genere: cosicché, io, cioè il protagonista, si dimette».
Prima della fatica narrativa, però, c'è un altro progetto editoriale...
«Molto più che un progetto. È un libro in uscita a fine marzo (per Mondadori) ancora di argomento partenopeo. S'intitola San Giuseppe facci vincere lo scudetto fino al tremila, ed è una raccolta di richieste di grazie tratte dai relativi libri delle chiese napoletane. Anche questo libro è fatto a quattro mani con mio fratello ed è dedicato ai maggiori santi napoletani. Ma per la verità è sul richiedente che ci soffermiamo, dividendoli per capitoli e categorie».
Napoli nei libri, ma Napoli anche raccontata dal suo volto, molto amato in tv. Progetti?
«Uno già andato in porto. Un film di Lina Wertmuller per Rai Uno. S'intitola 'Mannaggia la miseria' e andrà in onda tra breve. Con me c'è anche Gabriella (Pession, sua compagna anche nella vita ndr). È una commedia sul microcredito, la banca dei poveri».
Qual è la storia?
«È quella di tre ragazzi che vanno in Bangladesh e scoprano i vantaggi e la positività di questo sistema di prestito. E decidono di esportarlo a Napoli. Così mettono su una banca che opera il microcredito con le puttane, i contrabbandieri e tutta l'umanità precaria napoletana».
Bello. Manca il teatro, dal quale peraltro proviene.
«Ho scritto una commedia ma non per il teatro».
Per il cinema?
«Sì, ho un grande progetto. È una storia napoletanissima, giocata sull'ironia e la paradossalità delle nostre vite (per intenderci, vorrei essere almeno un decimo di Massimo Troisi, detto con grande umiltà). Il film dovrebbe raccontare la storia di un trittico di amici, due ragazzi e una ragazza, che si scontra con una realtà sociale durissima fatta anche di malavita. C'è un intreccio tragicomico ma alla fine vince l'amore e l'amicizia in tutte le sue forme. Ho già preso contatti con la Film Comission Campania perché vorrei che il progetto, se, come spero, andrà in porto, dovrà avere anche un altro significato, quello di riconsegnare agli italiani (e non solo) la bellezza di Napoli, offesa dopo tanta sovresposizione mediatica negativa. Vorrei girare nei musei e nei luoghi più nascosti e incredibili. Sono in trattative con la cura che dovrebbe mettere a disposizione alcuni gioielli del suo patrimonio abitualmente chiuso al pubblico. Insomma vorrei raccontare una Napoli non oleografica ma allo stesso tempo meravigliosa e sconosciuta».


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Radio Kiss Kiss Napoli, programma Cafè Blu - intervista trascritta
4/4/2009

Buongiorno a tutta Napoli e a tutti i napoletani.
Sì sono abbronzato, è il sole di Napoli.


Scelta musicale di Sergio: Mika

La mia cultura musicale è minima, nel senso che non ho un genere musicale che amo in particolare, mi piace tutto. Mika mi fa impazzire, è folle.

Si parla di “San Giuseppe, facci vincere lo scudetto fino al 3000!”
L’idea mi venne quando entrando in una chiesa vidi un librone dove le persone scrivevano richieste di grazia, le scrivevano magari per dare più forza alle loro preghiere. Abbiamo raccolto, io con mio fratello Dario e Domenico Raio, le richieste più divertenti e socialmente utili. Alcune divertentissime. È venuta fuori una Napoli varia, infatti il libro è diviso per capitoli, viene fuori questa umanità che si contraddistingue nel mondo, il cuore napoletano non esiste da nessuna parte, e non lo dico perché sono napoletano. Napoli ha una forza incredibile, è come l’araba fenice che risorge dalle ceneri.

Scelta musicale, Sergio versione deejay: sono romantico, Erminio Sinni…”E tu, davanti a me!”

San Gennaro e gli altri Santi.
Capita che alcune persone si rivolgano ai Santi che portano il proprio nome (allora io dovrei rivolgermi a San Sergio....ma non è tanto famoso...), non solo a San Gennaro, e capita che un Santo venga interpellato anche in base a determinate esigenze, ad esempio c’è anche il protettore del posto del parcheggio, che ho scoperto essere S. Biagio.

Napoli
Una cosa che mi ha sconvolto è che a New York Napoli viene vista solo come spazzatura e malavita.
Il problema del napoletano , che può essere sia un pregio che un difetto, è abituarsi alle cose negative, ma così non va avanti, non ha voglia di migliorare.


Teatro
Entro l’anno prossimo dovrei ritornare in teatro con uno spettacolo, non dico nulla per scaramanzia.

Cinema, “Mannaggia alla miseria” e la storia del pizzo
Io avevo detto di girare a Napoli, che non sarebbe successo nulla, hanno voluto girare fuori ed è successo che ci hanno chiesto il pizzo.
Sto preparando una commedia napoletana con Francesco Scotto, dopo Gomorra…ci vuole un sorso di sole.


Fiction, tv
Sto aspettando una risposta…in questo periodo di crisi…, sto pensando di ritornare al teatro, per sentire il calore del pubblico.

Grazie a voi, Napoli ti amo.

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Radio2, programma "Gli Spostati" - intervista trascritta
14/4/2009

Ciao Sergio, è la prima volta che ci conosciamo sebbene tu abbia fatto un bel po’ di strada nel mondo dello spettacolo, da 20 anni che sei attore, hai festeggiato in qualche locale?
Non ho fatto niente, sono stato con mia nonna, ho fatto una torta e basta (ride..)

E’ un ragazzo che non si è montato la testa, che sa quali sono i veri valori...Il grande successo lo hai raggiunto con Capri...dimmi tu..
Direi di sì, dopo 20 anni di carriera, 12 anni di teatro e 21 film, arriva Capri e divento popolare

Con tanto di torpedoni organizzati per venire sul set per vedere le riprese della fiction
Sì, devo dire di sì. C’ho un parco-fan meraviglioso, anzi colgo l’occasione per salutare tutte le mie fans, tutto il mio fan club, mi hanno fatto un sito, sono stupende.

Che poi diciamolo, tutto questo successo alla fine ha un po’ stufato, 700 mila mail, tutto questo fanatismo per quest’uomo che alla fine è un uomo semplice, ha festeggiato i suoi 20 anni di carriera...in un noto locale romano...
Ahahha “La Mucca Assassina”

Tu oggi qui non sei in veste di attore, e nemmeno di sceneggiatore...perché so che sei anche sceneggiatore cinematografico, ma in veste di scrittore, perché con tuo fratello Dario hai deciso di seguire un filone che è abbastanza bizzarro, sei già al secondo libro edito da Mondadori, questo si intitola “San Giuseppe, facci vincere lo scudetto fino al 3000”...già dal titolo di capisce...Ed è un libro con quale tu e tuo fratello, con tanto di foto, avete raccolto tutte le richieste di grazia non solo a San Giuseppe, ma anche a San Gennaro, a tutti i Santi...
A tutti i Santi...ci sono Santi stranissimi, di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza...

Letture di grazie...

A Napoli il Santo viene visto come tutto, come agente immobiliare, ingegnere, avvocato, medico, viene usato per tutto, tutto questo può sembrare stupido, ma c’è un mondo sotto qui, sono tutti desideri, di vita semplice...

Ti è mai capitato di scrivere qualcosa ad un Santo?
Devo essere sincero, in questo libro ce n’è una che è mia, ma non lo dirò mai, non posso, non posso, non posso...così i lettori, le lettrici compreranno il libro e cercheranno di carpire...

Ma qual è l’argomento?
E’ vasto, è vario... (io ne ho in mente una, secondo me è tra le grazie inserite nel capitolo dei “poeti”, una di quelle scritte in napoletano, bellissime e commoventi!)

Il libro è in parte scritto da te, e in parte ovviamente dalla fantasia dei napoletani, ma le foto le avete fatte tu e tuo fratello.
Le foto di questo libro, sì, le ha fatte mio fratello

Però anche tu fai foto
Assolutamente, del primo libro che era Spazza Napoli, abbiamo fatto insieme le fotografie, solo che essendo lui più grande di me ha cominciato qualche anno prima, poi io l’ho seguito e abbiamo collaborato insieme...Perché mi guadi e ridi? Io ho un’altra passione, a me piace fotografare le donne, va bene??? La bellezza...perché mi guardate così...ahahah

Chi vanti nella tua galleria di ritratti?
Non lo saprai mai! Non te lo posso dire...no, no, no...

Sei mai andato a vedere il miracolo di San Gennaro?
Sì, è meraviglioso, come si dice a Napoli...o fridd 'ncuoll, cioè ti viene la pelle d’oca, vedi questa folla...c'è due volte l’anno, a maggio e a settembre quando il cardinale con questa teca in mano che gira un paio di volte, e improvvisamente si squaglia il sangue; poi pochissime persone sanno che contemporaneamente al sangue nell’ampolla del duomo si squaglia anche il sangue sulla pietra dove, a Pozzuoli, venne tagliata la testa di San Gennaro. Quando non si squaglia è di cattivo auspicio, ad es. nell’80 si sciolse in ritardo, e ci fu il terremoto dell’Irpinia.

In questo libro hai in parte descritto il mondo legato a Maradona che a Napoli è come una entità
Si rivolgono a Maradona quasi come se fosse un santo, a Napoli hanno fatto una cappella col capello vero di Maradona, la cosa bella è che sta scritto “capello vero originale di Maradona”, io voglio acchiappare a quello che gli ha strappato il capello, lo voglio vedere.

Sono contento di averti conosciuto, ci hai distratto, ci hai fatto ridere tra sacro e profano...
Sì, non scherziamo coi Santi, è soltanto per restare un po’ più in superficie...

Edited by Geric - 8/10/2009, 20:59
 
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Geric
view post Posted on 17/1/2010, 18:15




***2010***



Il Mattino
17/01/2010
Personaggi
La mia Napoli in un film anti-Gomorra
Dopo «Capri» Sergio Assisi prepara l’esordio nella regia e tre nuove fiction per la Rai

Mariagiovanna Capone

Un anno fa, quando fu confermato che non avrebbe girato «Capri 3», i fans in rete si scatenarono indignati. Nessuno, giuravano, avrebbe mai più visto la fiction di Raiuno con protagonista Sergio Assisi, insieme con Gabriella Pession e Kaspar Capparoni. Per tutti la serie televisiva faceva perno sul personaggio di Umberto, il latin lover dall’aria un po’ dandy che l’attore napoletano interpretava. Ora aspettano di rivederlo in tv in qualche altra fiction. Ancora qualche mese di attesa e finalmente ci sarà il rientro di Assisi sul piccolo schermo. Appesi al chiodo definitivamente i ruoli da «rubacuori dalla faccia da schiaffi», l’attore si presenterà il prossimo autunno sulle reti Rai in una veste inconsueta. Sarà prima un gerarca in «Le ragazze dello swing», la miniserie diretta da Maurizio Zaccaro che racconterà la vicenda del Trio Lescano. Poi un archeologo per la seconda stagione della serie mistery «Zodiaco - Le origini del male», che attualmente Assisi sta girando a Praga diretto da Tonino Zangardi. Subito dopo, indosserà i panni del fondatore della Squadra Mobile, campano di origine, nella miniserie «Il commissario Nardone».

Assisi, tre ruoli tutti diversi da quelli fatti finora.
«È il motivo per cui li ho scelti. Tre personaggi lontanissimi da quanto proposto in passato e che spero mi renderanno giustizia».

In che senso giustizia?
«Per un attore è facile rimanere ingabbiati nello stesso identico ruolo, magari ripetuto all’infinito. Io non voglio che questo mi accada e ho preso delle decisioni. Quello che mi sta a cuore oggi è che il pubblico si accorga che sono un attore in grado di interpretare qualsiasi ruolo».

Sembra quasi che voglia chiudere definitivamente il capitolo «Capri».
«Per me è chiuso già da tempo. Noi attori abbiamo subìto troppi disagi nelle due serie, provocati dalle problematiche produttive. Scegliere di non far parte del terzo capitolo era scontato, perché si era rovinato tutto. Peggio per loro se hanno voluto insistere con la terza serie, ma non credo che piacerà senza Umberto, Vittoria e Massimo. Io guardo oltre ”Capri” da molto tempo».

E dove guarda oggi?
«Oggi sono concentrato su ”Zodiaco”. Sto ancora girando a Praga e ne avremo fino a inizio marzo. È la prima volta che mi confronto con il genere giallo e mistery, e girare circondati dalla neve sta rendendo tutto ancora più enigmatico. Interpreto un archeologo inglese molto intraprendente. Una specie di Indiana Jones, ma senza frusta».

Da poco, invece, ha terminato di girare «Le ragazze dello swing».
«Qui ho una partecipazione. Sono un gerarca dal carattere terribile e senza pietà. C’è molta attesa per questa serie sul trio Lescano e mi fa piacere far parte della squadra».

Invece sarà protagonista assoluto in «Il commissario Nardone».
«È un ruolo a cui tengo tantissimo. Sapevo qualcosa di quest’uomo, avellinese di origini contadine che fu commissario a Milano, ma ho preso alcuni libri e pubblicazioni per conoscerlo meglio. Nell’Italia postbellica divenne una vera leggenda. Fu lui, infatti, a tracciare il solco alla polizia che conosciamo oggi: inventò la squadra mobile. Risolse casi che sconvolsero Milano (come Rina Fort, che uccise tre bambini dell’amante) e sgominò le bande della mala. Un grande uomo. È la prima volta che Rai Fiction punta solo su di me e ringrazio Del Noce per questo».

Tanta televisione, ma il cinema?
«Forse in autunno avvierò un progetto molto importante: realizzare il mio primo film da regista. Ho terminato da tempo la sceneggiatura e sto cercando produttori. È una pellicola su e per Napoli. Una risposta a tutti i film che mostrano la mia città come il coacervo di tutti i mali. Io invece voglio mostrarne l’altra faccia. È un film anti-Gomorra, dove se Gomorra è il nero, il mio film sarà tutti i colori».

Edited by Geric - 17/1/2010, 18:35
 
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Geric
view post Posted on 1/6/2010, 20:20




* * *2010* * *



Il Mattino
17/01/2010
Personaggi
La mia Napoli in un film anti-Gomorra
Dopo «Capri» Sergio Assisi prepara l’esordio nella regia e tre nuove fiction per la Rai

Mariagiovanna Capone

Un anno fa, quando fu confermato che non avrebbe girato «Capri 3», i fans in rete si scatenarono indignati. Nessuno, giuravano, avrebbe mai più visto la fiction di Raiuno con protagonista Sergio Assisi, insieme con Gabriella Pession e Kaspar Capparoni. Per tutti la serie televisiva faceva perno sul personaggio di Umberto, il latin lover dall’aria un po’ dandy che l’attore napoletano interpretava. Ora aspettano di rivederlo in tv in qualche altra fiction. Ancora qualche mese di attesa e finalmente ci sarà il rientro di Assisi sul piccolo schermo. Appesi al chiodo definitivamente i ruoli da «rubacuori dalla faccia da schiaffi», l’attore si presenterà il prossimo autunno sulle reti Rai in una veste inconsueta. Sarà prima un gerarca in «Le ragazze dello swing», la miniserie diretta da Maurizio Zaccaro che racconterà la vicenda del Trio Lescano. Poi un archeologo per la seconda stagione della serie mistery «Zodiaco - Le origini del male», che attualmente Assisi sta girando a Praga diretto da Tonino Zangardi. Subito dopo, indosserà i panni del fondatore della Squadra Mobile, campano di origine, nella miniserie «Il commissario Nardone».

Assisi, tre ruoli tutti diversi da quelli fatti finora.
«È il motivo per cui li ho scelti. Tre personaggi lontanissimi da quanto proposto in passato e che spero mi renderanno giustizia».

In che senso giustizia?
«Per un attore è facile rimanere ingabbiati nello stesso identico ruolo, magari ripetuto all’infinito. Io non voglio che questo mi accada e ho preso delle decisioni. Quello che mi sta a cuore oggi è che il pubblico si accorga che sono un attore in grado di interpretare qualsiasi ruolo».

Sembra quasi che voglia chiudere definitivamente il capitolo «Capri».
«Per me è chiuso già da tempo. Noi attori abbiamo subìto troppi disagi nelle due serie, provocati dalle problematiche produttive. Scegliere di non far parte del terzo capitolo era scontato, perché si era rovinato tutto. Peggio per loro se hanno voluto insistere con la terza serie, ma non credo che piacerà senza Umberto, Vittoria e Massimo. Io guardo oltre ”Capri” da molto tempo».

E dove guarda oggi?
«Oggi sono concentrato su ”Zodiaco”. Sto ancora girando a Praga e ne avremo fino a inizio marzo. È la prima volta che mi confronto con il genere giallo e mistery, e girare circondati dalla neve sta rendendo tutto ancora più enigmatico. Interpreto un archeologo inglese molto intraprendente. Una specie di Indiana Jones, ma senza frusta».

Da poco, invece, ha terminato di girare «Le ragazze dello swing».
«Qui ho una partecipazione. Sono un gerarca dal carattere terribile e senza pietà. C’è molta attesa per questa serie sul trio Lescano e mi fa piacere far parte della squadra».

Invece sarà protagonista assoluto in «Il commissario Nardone».
«È un ruolo a cui tengo tantissimo. Sapevo qualcosa di quest’uomo, avellinese di origini contadine che fu commissario a Milano, ma ho preso alcuni libri e pubblicazioni per conoscerlo meglio. Nell’Italia postbellica divenne una vera leggenda. Fu lui, infatti, a tracciare il solco alla polizia che conosciamo oggi: inventò la squadra mobile. Risolse casi che sconvolsero Milano (come Rina Fort, che uccise tre bambini dell’amante) e sgominò le bande della mala. Un grande uomo. È la prima volta che Rai Fiction punta solo su di me e ringrazio Del Noce per questo».

Tanta televisione, ma il cinema?
«Forse in autunno avvierò un progetto molto importante: realizzare il mio primo film da regista. Ho terminato da tempo la sceneggiatura e sto cercando produttori. È una pellicola su e per Napoli. Una risposta a tutti i film che mostrano la mia città come il coacervo di tutti i mali. Io invece voglio mostrarne l’altra faccia. È un film anti-Gomorra, dove se Gomorra è il nero, il mio film sarà tutti i colori».

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Il Mattino - ediz. Avellino
07/07/2010

Il personaggio
Nardone, il commissario coraggioso
Assisi interpreta il poliziotto di Venticano: oggi la presentazione del film scritto da purgatori

Stefania Marotti

La storia, le capacità investigative, ma anche la timidezza e la simpatia di Mario Nardone, il commissario di Polizia originario di Venticano più temuto nel dopoguerra, diventano un film per la televisione. Oggi, a Roma, alle 18, anteprima nazionale de «Il Commissario Nardone», con la regia di Fabrizio Costa e la sceneggiatura di Andrea Purgatori. La proiezione è inserita nel programma di eventi della rassegna «Roma Fiction Festival», che si concluderà sabato. Un cast d’eccezione, con Sergio Assisi, l’attore napoletano protagonista di «Ferdinando e Carolina», «Capri» e di «Mannaggia alla miseria», il film di Lina Wertmuller con Franco Castellano, Anna Safroncick e Margot Sikabony. Il set è a Belgrado, trasformata nella Milano degli anni ’50, in cui Mario Nardone operò sgominando i più temuti esponenti della malavita. Della sua personalità, ma anche delle sue difficoltà quotidiane da emigrato, parla, dalla Serbia, Sergio Assisi, che sarà il volto televisivo dell’investigatore.

Come si sente ad interpretare il ruolo del commissario progressista, talvolta discriminato, essendo del Sud d’Italia?
«La discriminazione è sempre stata una costante della mia vita ed oggi continua anche nella finzione televisiva. Nella realtà, mi definisco un progressista possibilista. Nardone lo è stato sicuramente, ed è riuscito a fare spazio alle sue idee attraverso un mare di diversità e di pregiudizi in una città come Milano, nel dopoguerra. Ma - mi chiedo - solo nel dopoguerra?».

Il suo trasferimento a Milano fu una sorta di punizione, avendo denunciato i comportamenti discutibili di alcuni colleghi. Quale messaggio trasferisce la fiction?
«L’esempio è quello di un uomo che crede ancora al gruppo, alla società, alla gente e non è stato contaminato dal virus, che oggi impera, dell’individualismo sfrenato. Mario Nardone è un essere umano per definizione, con le sue paure, con i suoi dubbi, ma sincero, desideroso di un mondo migliore e, soprattutto, partecipe delle miserie umane, nelle quali si compenetra».

Nella quotidianità era affabile, anche se timido e, talvolta, a disagio. Cosa trasmette ai telespettatori del personaggio?
«Assolutamente tutti questi sentimenti. Nel lavoro è serio, attento, scrupoloso, segue ogni piccolo particolare, nella vita privata è un timido, fondamentalmente un uomo del Sud, con il cuore grande, ma anche pieno di quelle sovrastrutture culturali proprie del Sud, con la simpatia immutabile che appartiene a tutti i popoli del Mediterraneo».

Da attore di successo, cosa pensa dei tagli alla cultura, che penalizzano la qualità nel cinema e nella televisione?
«La situazione è molto grave e, secondo me, in caduta libera. È un’autodistruzione annunciata della qualità, un conto alla rovescia verso un punto di non ritorno. Spero proprio che, toccato il fondo, qualche uomo comprenda che cultura ed arte, in tutte le forme ed espressioni, rappresentano il seme della natura umana. Ci vorrebbe un piano mirato e serio per il rilancio del nostro Paese, la culla della cultura mondiale, ma oggi ci resta solo la culla».

In Irpinia, che lei conosce, fu istituito, da Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio, il Festival Internazionale del Cinema Neorealistico. Secondo lei potrebbe essere riproposto?
«Personalmente, adoro pensare al cinema come il contenitore dei sogni, delle favole e di tutto ciò che si desidera e si fa fatica a raggiungere. Il Neorealismo, forse, è il miglior mezzo per farci rendere conto della realtà dei fatti e spingerci un giorno a rendere neoreali quei sogni».

La carriera
L'attore preferito di Wertmuller

Sergio Assisi è tra gli attori preferiti di Lina Wertmuller, per altro regista di origine irpina. Che progetti ha in cantiere?
«Devo molto a Lina Wertmuller, mi ha preso letteralmente per i capelli e portato in quel mondo di cui oggi faccio parte. Il mio destino? Non lo so, ma spero di divertirmi ancora, per tutti i progetti che verranno. Oltre a ”Nardone”, ho partecipato a ”Le ragazze dello Swing” di Maurizio Zaccaro, ”Zodiaco”, di Tonino Zangardi, in quattro puntate, per RaiDue. Poi, si vedrà».

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Corriere del Mezzogiorno
02/09/2010
Assisi: tre personaggi per la «mia» televisione
L’attore napoletano protagonista di svariate fiction


Sergio Assisi l’aveva promesso qualche mese fa: «Tornerò presto in tv con tanti progetti». Detto fatto. Il bel attore napoletano sarà infatti, a partire dalle prossime settimane, protagonista di numerose fiction sulle reti Rai. «Si comincia con "Le ragazze dello swing"», racconta al telefono da New York. Nella miniserie televisiva che narrerà la storia del famoso trio musicale Lescano, diretta dal regista Maurizio Zaccaro (in onda in prima serata su Rai 1 tra poche settimane), Assisi vestirà dunque i panni del gerarca fascista Enrico Parisi. L’attore partenopeo sarà poi, quest’inverno, protagonista del secondo capitolo di «Zodiaco - il libro perduto» per la regia di Tonino Zangardi. Un thriller parapsicologico, ai margini del mistero, remake dell’omonima serie francese «Zodiaque» girato tra Torino e Praga, in cui interpreterà l’agente di Scotland Yard Julian Savelli. «Un sequel entusiasmante - continua Assisi - che lascerà con il fiato sospeso tutto il pubblico spettatore. Ne vedrete delle belle».
Nello stesso filone poliziesco-investigativo si inserisce anche la fiction «Il commissario Nardone», che andrà in onda nel 2011, sempre su Rai 1. Presentata lo scorso aprile nella sezione lavori in corso del Roma Fiction Fest, la serie, divisa in dodici episodi e diretta da Fabrizio Costa, narrerà la vera storia di Mario Nardone (interpretato appunto da Assisi), commissario avellinese che fu trasferito nella Milano degli anni Cinquanta dopo aver denunciato con una soffiata il comportamento poco ortodosso di alcuni colleghi.
«Dalla rapina di via Eusoppo alla strage di via San Gregorio - racconta l’attore - porteremo nelle case degli italiani la vita pubblica e privata del poliziotto che ha creato quella che è oggi la sezione scientifica». Un bel personaggio, insomma. «Sì, un personaggio veramente particolare, che mi ha intrigato dal primo giorno in cui mi è stata presentata la sceneggiatura - continua Assisi» e uno dei primi elementi che mi hanno colpito, mentre mi documentavo sulla sua storia reale, è stato sicuramente il modo con cui entrava in empatia con i criminali. Un aspetto intrigante di quest’uomo che ha fatto la storia della polizia italiana». E che somiglia fisicamente non poco allo stesso Assisi. «Eh sì, ma non è solo quella ad unirci. Mi sono ritrovato molto anche nella psicologia di questo personaggio e non mi è dispiaciuto affatto», racconta l’attore.
Ma questa nuova fiction non racconterà soltanto la storia del poliziotto avellinese, bensì approfondirà gli aspetti della sua vita privata. Al suo fianco infatti ci sarà Giorgia Surina, nei panni di Eliana Nardone, moglie del commissario. «Con Giorgia, durante la lavorazione, si è creato un buon feeling, come per il resto del cast. Con noi, infatti, ci sono anche tanti altri attori eccellenti, tra i quali Anna Safroncik, Franco Castellano e Giuseppe Soleri. Spero - conclude Assisi - che al pubblico piaccia il mio personaggio tanto quanto mi sono divertito io ad interpretare Nardone».

E alla Rai assicurano suspence ed ironia, contraddizioni, ma anche il carico di enormi emozioni, come recita una nota di presentazione della serie, che contiene anche un’autocritica: «In fondo, di quell’Italia del dopoguerra in tv davvero conosciamo poco e niente».

Edited by Geric - 2/9/2010, 13:15
 
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4 replies since 22/11/2007, 23:52   3567 views
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