Archivio-Articoli, 2005-2009

« Older   Newer »
  Share  
Geric
view post Posted on 24/7/2009, 10:59 by: Geric




* * * 2008 * * *





IL QUOTIDIANO DEL CINEMA del 02 maggio 2008
Intervista a Sergio Assisi, rompiscatole, orgoglioso e... napoletano!
Notizie - Cinema
Scritto da Taisia Raio

«Il successo? Non so cosa sia, è qualcosa di vago... Non mi riguarda. L'importante per me è essere liberi di coltivare una propria aspirazione, di fare progetti e di creare». Sergio Assisi, 36 anni, napoletano, nonostante sia ormai un personaggio famoso del mondo dello spettacolo grazie alla sua interpretazione nella seconda serie di «Elisa di Rivombrosa», in «Graffio di tigre» e nella fiction «Capri», è rimasto un uomo semplice, disponibile e umile. Gli parli e noti un forte attaccamento alla terra d'origine, un grande amore per il suo lavoro e per i suoi fan. Per non parlare di un innato senso dell'umorismo, una dote che caratterizza molti napoletani.

A quale film da lei interpretato è più legato?

«Di sicuro, 'Ferdinando e Carolina' con la regia della grande Lina Wertmuller. Avevo 25 anni e per me fu un'esperienza indimenticabile non solo perchè fu la prima volta dinanzi a una macchina da presa con la parte di protagonista, ma anche perchè il film fu realizzato in costume. Però sono anche molto legato a 'Graffio di tigre', una miniserie mandata in onda su Rai1 nel febbraio del 2007 che riscosse un gran successo».

C'è qualcosa che ha in comune con Umberto, personaggio da lei interpretato nella fiction Capri?

«Sì, il mio carattere è per il 60% uguale a quello di Umberto. Abbiamo le stesse debolezze, la stessa gioia di vivere, anche se a me manca la grande leggerezza che ha quest'ultimo nell'affrontare le situazioni, io ritengo infatti di avere una maggiore sensibilità».

Può raccontarci un retroscena divertente ed inedito avvenuto durante le riprese della fiction Capri?

«Un giorno, durante la pausa-pranzo, mi ero recato un attimo nel mio camerino e con sorpresa al mio ritorno scoprii che tutti i cestini erano finiti. I miei colleghi avevano mangiato tutto. Feci il pazzo...»

Capri 2 è un successo! È previsto Capri 3?

«Non lo so. E se ci sarà, non so neanche se saremo noi i protagonisti».

Preferisce il cinema o il teatro?

«Sono entrambi molto utili e importanti nonostante le differenti funzioni».

I suoi prossimi impegni nel mondo dello spettacolo?

«Ho in elaborazione vari programmi sia per il cinema che per la tv, ma da buon napoletano scaramantico preferisco non parlarne ancora».

Cosa l'ha spinta a realizzare con suo fratello Dario il libro da poco uscito «Spazza Napoli»?

«Un grande desiderio di dare fiducia e speranza a una città meravigliosa che purtroppo è stata tante volte svilita dai mass media. Quello che voglio che tutti sappiano è che a Napoli non c'è solo spazzatura!»

Come sta andando la vendita del libro?

«Abbastanza bene. Ho letto una recensione del 'Corriere della Sera' che pone il mio libro al settimo posto nella classifica delle vendite».

Quando era piccolo voleva già fare l'attore?

«Sì, ho iniziato a 12 anni a scrivere libri e a 15 giravo degli sketch con mio cugino».

All'inizio della sua carriera aveva qualche idolo?

«No e sinceramente non per modestia, ma non mi sono neanche mai chiesto il perchè».

Come è il suo rapporto con i fan considerando che ormai è una celebrità?

«Ottimo, io esisto e sono quello che sono grazie a loro. Provo massimo rispetto nei confronti dei miei fan».

Nella vita di tutti i giorni il suo carattere è sempre così allegro e gioviale?

«No, magari, anzi alcune volte desidererei essere proprio come Umberto».

Tre aggettivi con i quali pensa di potersi definire.

«Rompiscatole, orgoglioso e... napoletano».


***********************




image


***************************



image




CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (articolo segnalato da petitta)
27 agosto 2008
Assisi: amo il personaggio di Umberto ma ora torno al grande schermo Dopo il successo di «Capri», l'attore e la compagna Gabriella Pession saranno nel nuovo film firmato dalla Wertmuller
di Anna Paola Merona

NAPOLI - «Dopo dieci anni Gabriella (Pession) ed io saremo di nuovo diretti da Lina Wertmüller: le grandi coppie artistiche funzionano sempre, in barba agli scettici». E'arrabbiato con «i piccolo borghesi, gli intellettuali di ritorno, i burocrati che imbrigliano la creatività e mettono all'angolo gli attori schedandoli: qui i televisivi, lì cinematografici, poi i teatrali... Ma dove succedono queste cose? Solo da noi». L'attore napoletano Sergio Assisi è un fiume in piena: e non le manda a dire. E fa eco così alle dichiarazioni rilasciate dalla sua partner — nel lavoro (i due sono entrati nelle case di tutta Italia grazie alla fiction Capri) e nella vita — Gabriella Pession al Corriere della Sera. «La serialità ti lega le mani, ti condiziona. Se continuo così dentro al calderone televisivo ci muoio» ha detto Gabriella, che con Assisi ha esordito al cinema dieci anni fa con Lina Wertmuller in «Ferdinando e Carolina». «In realtà — dice Assisi — il mio debutto risale al 1990, in teatro. Ma oggi in Italia se hai fatto tv non importa a nessuno della tua attività sul palcoscenico. E' diverso invece in Inghilterra, in America o in Francia. Io sono stato chiamato da Kassovitz per fare un film proprio grazie al mio curriculum teatrale. Poi ho rinunciato ed è stato scelto Vincent Cassel».
Maledetta televisione, allora?
«Ma proprio per niente. La colpa è dell'atteggiamento di alcuni snob che tendono a demonizzare gli attori che fanno televisione: io li chiamo gli intellettuali del cinema. Ricordo a questi signori che le più grandi star internazionali — Robin Williams, Bruce Willis, Will Smith, Jennifer Aniston — sono nate proprio in tv. Ci sono stati registi che non hanno neanche voluto incontrarmi perchè sono in tv da 20 anni. Ma per me teatro, cinema e televisione sono tre strumenti diseguali, ma tutti validi. La condizione è la qualità: c'è la tv di serie B e il cinema di serie B. Non un disvalore per genere».
Anche lei, come la Pession, si sente imbrigliato dalla serialità?
«Sì, ma solo perché siamo in Italia dove questa condizione limita. Certo, oggi la tv è fatta di molti reality e di pochi contenuti. Però in mezzo a tanta roba brutta c'è anche tanta roba bella».
Pentito di aver fatto «Capri»?
«Ma vogliamo scherzare? Il mio personaggio, Umberto, mi ha dato una popolarità immensa: mi fermano per la strada. Certo, non mi interessa la popolarità, ma le cose belle: ma oggi si bada poco all'artistico che c'è in alcuni attori: io non sono un prodotto da consumo. Non mi sento da supermercato, ma da boulangerie».
E dove vedremo questo prodotto?
«Al cinema, nel film della Wertmuller "Mannaggia alla miseria", che andrà anche in tivvù».
Dunque ancora sul set con Gabriella?
«Ma sì: e anche qui c'è un pregiudizio. Le grandi coppie del cinema hanno funzionato per decenni: penso alla Melato con Giannini, alla Loren con Mastroianni, a Vianello con la Mondaini, a Walter Chiari con Delia Scala e a Jolie con Brad Pitt. In America le fanno fruttare queste cose. Qui storcono il naso».
E poi?
«Ho un paio di progetti teatrali, un libro in uscita per Mondadori, un romanzo da ultimare...».
E «Capri»?
«Non so nulla, secondo me sarebbe un errore fare la terza serie».

****************



Intervista a Dario Assisi, da IL Roma,
del 04/12/2008


image

Edited by Geric - 8/10/2009, 21:02
 
Top
4 replies since 22/11/2007, 23:52   3568 views
  Share