Il Vangelo di Giuda, Una tattica di mercato...?

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view post Posted on 25/12/2007, 22:07
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Vangelo di Giuda, smascherati gli errori di traduzione

Sul «New York Times» il biblista April DeConick smonta la versione del National Geographic: e l’apostolo ritorna un traditore e non più un eroe

DI ARISTIDE MALNATI

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Non cessa la discussione scientifica sul Vangelo gnostico di Giuda, pubblicato nell’aprile del 2006 per la National Geographic Society, e subito oggetto privilegiato della fantareligione, perennemente protesa – sulla scorta del successo di Dan Brown – a confezionare pastoni storicamente traballanti, per non dire ridicoli, e a presentarli con i crismi dell’autorevolezza, magari appigliandosi a elementi accessori serviti da oscuri pseudostudiosi in cerca di notorietà. In questo clima da New Age da supermer- cato una simile sorte non poteva risparmiare Il Vangelo di Giuda, opera gnostica fortemente inficiata nelle proprie strutture esegetiche e nella propria creatività narrativa da teorie di filosofia neoellenistica, in cerca di un punto di incontro con una religione oramai ecumenica e dotata di un Canone già ben definito (siamo nel III secolo).
Finalmente, a più di un anno della pubblicazione di uno scritto tanto discusso, sul New York Times uno studio rigoroso di April DeConick, docente di Studi biblici alla Rice University – studio intitolato Il tredicesimo Apostolo: ciò che realmente dice il Vangelo di Giuda – smonta in modo convincente le tesi fondanti dell’editio princeps, troppo affrettatamente impugnate contro l’autorevolezza dei Vangeli canonici e in polemica con la Chiesa ufficiale; tesi subito sposate da chi invece ritiene il cristianesimo primitivo una nebulosa magmatica e indifferenziata di esegeti e padri della Chiesa per lo più in contrasto tra loro.
DeConick fa rilevare un’impressionante serie di svarioni nella traduzione e nell’interpretazione del testo in lingua copta, commessi (quanto scientemente?) nel corso di un lavoro «troppo veloce per ben ponderare le insidie di un’opera così complessa ». Si fa rilevare come, a fronte dell’interpretazione da parte del National Geographic di Giuda come eroe, una lettura più attenta evidenzi che non solo l’Iscariota non è ritenuto un eroe, ma che è un daimon: «E la traduzione di daimon, secondo il pensiero della setta gnostica dei Cainiti, non può che essere demone e non spirito, solitamente espresso anche in copto con il termine greco pneuma », osserva DeConick. Inoltre il testo dice espressamente che «Giuda è separato dalla Santa Generazione» e non, come traducono gli esperti del National Geographic, «preservato per essa».
Poi, da Gesù Giuda riceve sì i Misteri del Cielo, ma non perché è per lui possibile entrarci, semplicemente perché il Messia vuole che l’apostolo-traditore sia informato e che, se decide di tradirlo, lo faccia scientemente: «In realtà questa affermazione sostiene in modo evidente il libero arbitrio, concetto-cardine del pensiero cristiano ortodosso», fa notare DeConick. E ancora: il National Geographic ha omesso una negazione, contenuta in una frase sull’ascensione di Giuda, che capovolge il senso originario: l’ascensione di Giuda alla Santa Generazione sarebbe stata maledetta. La casa editrice ha ammesso l’errore ma in ritardo e non con un’evidenza tale da far cambiare nell’opinione pubblica un concetto ormai radicato.

© Copyright Avvenire, 8 dicembre 2007

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Il Papa sconfessa Vangelo di Giuda
"Quell'apostolo fa il doppio gioco"


CITTA' DEL VATICANO - Il Papa sconfessa il Vangelo di Giuda. Nessuna riabilitazione per l'apostolo traditore. "Giuda fa il doppio gioco", ha detto Benedetto XVI durante l'omelia del giovedì santo. "E' un bugiardo e un superbo".

Papa Ratzinger non lo menziona mai, ma il riferimento alla recente traduzione di un manoscritto del 300 dopo Cristo è chiaro. Il quel papiro redatto in copto, la persona di Giuda acquista un ruolo che i vangeli ritenuti autentici dalla religione cristiana mai gli hanno attribuito: non è più il traditore che per 30 denari voltò le spalle a Cristo ma l'esecutore di una richiesta dello stesso Gesù. Nel Vangelo di Giuda la storia è quindi diversa da quella raccontata dai quattro evangelisti: "Tu supererai tutti loro- è la frase attribuita a Cristo - Tu farai sì che venga sacrificato l'uomo entro cui sono. A Te rivelerò i misteri del Regno, un Regno che raggiungerai ma con molta sofferenza".

Benedetto XVI ha voluto cancellare questa interpretazione. Prima della lavanda dei piedi, nell'omelia pronunciata durante la Messa a San Giovanni in Laterano, Papa Ratzinger è stato chiaro sulla figura dell'apostolo: "La vicenda di Giuda dimostra che esiste nel mondo l'oscuro mistero del rifiuto dell'amore di Dio da parte dell'uomo. L'amore del Signore - ha detto Bendetto XVI - non conosce limite, ma l'uomo può porre ad esso un limite''.

Richiamandosi alle parole di Gesù ai suoi discepoli durante l'ultima cena: ''Voi siete mondi, ma non tutti'', Benedetto XVI ha aggiunto: ''Che cosa è che rende l'uomo immondo? E' il rifiuto dell'amore, il non voler essere amato, il non amare. E' la superbia che non vuole confessare e riconoscere che abbiamo bisogno di purificazione. In Giuda vediamo la natura di questo rifiuto ancora più chiaramente. Egli valuta Gesù secondo le categorie del potere e del successo: per lui solo potere e successo sono realtà, l'amore non conta. Ed egli è avido: il denaro è più importante della comunione con Gesù, più importante di Dio e del suo amore. E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio gioco e rompe con la verità; uno che vive nella menzogna e perde così il senso per la verità suprema. In questo modo egli si indurisce, diventa incapace della conversione, del fiducioso ritorno del figliol prodigo, e butta via la vita distrutta''.

A conclusione della sua omelia, il pontefice ha spiegato il senso della lavanda dei piedi e dell'invito di Gesu' a lavarsi i piedi gli uni gli altri. "In che cosa consiste il lavarci i piedi gli uni gli altri'? Che cosa significa in concreto? Ecco, ogni opera di bontà per l'altro - specialmente per i sofferenti e per coloro che sono poco stimati - è un servizio di lavanda dei piedi. A questo ci chiama il Signore: scendere, imparare l'umiltà e il coraggio della bontà e anche la disponibilità ad accettare il rifiuto e tuttavia fidarsi della bonta' e perseverare in essa. Ma c'e' ancora una dimensione più profonda. Il Signore toglie la nostra sporcizia con la forza purificatrice della sua bontà. Lavarci i piedi gli uni gli altri significa soprattutto perdonarci instancabilmente gli uni gli altri, sempre di nuovo ricominciare insieme per quanto possa anche sembrare inutile. Significa purificarci gli uni gli altri sopportandoci a vicenda e accettando di essere sopportati dagli altri''.


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Giuda è il potere, l’uomo non lo segua

Il Papa e il vangelo apocrifo, nessuna rivalutazione: «Fu un bugiardo incapace della conversione

CITTA’ DEL VATICANO — Avido, bugiardo, vive nella menzogna e diventa incapace di conversione: il papa teologo è stato durissimo ieri con Giuda, a commento del suo «tradimento », nella basilica di San Giovanni in Laterano. Non ha lasciato spazio a nessuna interpretazione in chiaroscuro della figura dell’Iscariota e non ha neanche accennato all’esaltazione che ne fa l’apocrifo appena pubblicato in America, che si intitola Vangelo di Giuda.
Attentissimo alla Scrittura e a quanto la riguarda, papa Ratzinger di certo si sarà informato — in questi giorni — sull’apparizione dell’apocrifo, di cui si conosceva l’esistenza, ma non il testo. E non è improbabile che—impegnato com’è a scrivere personalmente le omelie — abbia voluto riaffermare l’interpretazione tradizionale della figura del traditore.
Il Vangelo di Giuda presenta un Giuda depositario di una «rivelazione » più alta rispetto a quanto Gesù aveva insegnato agli altri discepoli: «Allontànati dagli altri e a te rivelerò i misteri del Regno», gli dice il Maestro. Che lo incarica di tradirlo: «Tu farai in modo che venga sacrificato l’uomo entro cui io sono».
Per papa Benedetto invece Giuda non ha scusanti: «Egli valuta Gesù secondo le categorie del potere e del successo: per lui solo potere e successo sono realtà, l’amore non conta. Ed egli è avido: il denaro è più importante della comunione con Gesù, più importante di Dio e del suo amore».
Chiuso all’amore e avido, cioè esposto alla tentazione del tradimento: «E così diventa anche un bugiardo, che fa il doppio gioco e rompe con la verità; uno che vive nella menzogna e perde così il senso per la verità suprema, per Dio. In questo modo egli si indurisce, diventa incapace della conversione, del fiducioso ritorno del figliol prodigo, e butta via la vita distrutta».
A questa rappresentazione tradizionale della figura di Giuda se ne sono accompagnate altre — di studiosi, poeti e cineasti — che, pur non arrivando mai al ribaltamento di segno proposto dal Vangelo di Giuda, propongono vie di riscatto, o quantomeno di «spiegazione» del suo gesto. Fino ai teologi che si sono interrogati su una sua possibile «salvezza », pentendosi — poniamo — nel momento stesso in cui si impicca.
Al «dubbio» su Giuda non era insensibile papa Wojtyla, che nel libro Varcare la soglia della speranza (Mondadori 1994) scrive: «Anche quando Gesù dice di Giuda, il traditore, "sarebbe meglio per quell’uomo che non fosse mai nato!", la dichiarazione non può essere intesa con sicurezza nel senso dell’eterna dannazione».
Nel 2004 il testo della Via Crucis al Colosseo, scritto per incarico del papa da André Louf (eremita nel Sud della Francia) tentava tre «spiegazioni » del tradimento di Giuda: «amore indispettito» che si rovescia in «risentimento»; o «delusione nei confronti di un Messia che si sottraeva al ruolo politico di liberatore d’Israele»; o infine «non la morte del Maestro aveva desiderato, ma solo che si riscuotesse e assumesse un atteggiamento deciso».
Durante la celebrazione di ieri pomeriggio Benedetto XVI ha lavato i piedi a dodici fedeli laici, mentre in precedenza per questo rito erano sempre stati scelti dei sacerdoti. Oggi pomeriggio celebra in San Pietro la «Passione del Signore» e stasera alle 21 guida la Via Crucis al Colosseo, su testi scritti dall'arcivescovo Angelo Comastri, presidente della Fabbrica di San Pietro.
Luigi Accattoli
14 aprile 2006

Edited by LadyAlexandra - 25/12/2007, 22:32
 
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Geric
view post Posted on 25/12/2007, 22:21




Ecco, sì. Questa è l'omelia a cui mi riferivo. :)
 
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