A Napoli non piove mai, cinema

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Geric
view post Posted on 21/7/2014, 17:42




Iniziate le riprese di "A Napoli non piove mai" di Sergio Assisi lunedì 14 Luglio 2014
http://youmedia.fanpage.it/video/ab/U8ZGpeSwHOaJnmYG
 
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Geric
view post Posted on 16/9/2015, 13:53




NAPOLITAN
Sergio Assisi presenta "A Napoli non piove mai"
di Luciana Esposito
16 settembre, 2015

Napoletano purosangue, visceralmente legato alla sua terra che ne rappresenta anche il più fervido e prolifero “pozzo artistico” dal quale attinge infinite e mai banali ispirazioni, motivazioni, movenze e suggestioni. Si sintetizza così l’anima umana ed artistica di Sergio Assisi, uno degli attori partenopei più espressivi ed apprezzati dal pubblico del piccolo e del grande schermo.
Nato a Napoli in un contesto familiare umile, ma artisticamente ricco, Sergio non ha mai rinnegato le sue origini né ha mai neanche provato a svilire quel verace senso d’appartenenza sul quale orgogliosamente ha incastonato il suo credo.
La sua carriera d’attore può definirsi un “perenne omaggio a Napoli”, tributato in maniera diretta o indiretta e il prossimo step che il talentuoso Assisi si appresta a compiere, ne rappresenta un’ulteriore riprova.
Il 1 ottobre 2015, difatti, esce al cinema il suo primo film da regista, A Napoli non piove mai, di cui è produttore, autore e interprete. È lo stesso attore napoletano a raccontare le emozioni legate a quest’ultima esperienza, oltre che al suo rapporto con la città nella quale ha scelto di ambientare il film: la sua Napoli.

La sua biografia sottolinea che Napoli ha ricoperto un ruolo cruciale nella sua carriera. In che modo la sua città ha saputo incidere sul suo percorso artistico?
“Nascere e crescere a Napoli per chi lo sa cogliere rappresenta un vantaggio che ti porti poi per il resto della vita. L’esperienza, la carica, la forza di adattarsi e l’inventiva del napoletano sono ciò che mi è servito per il mio percorso artistico. Napoli è un mondo a parte dove arte e autodistruzione convivono. Una millenaria battaglia che ancora oggi sopravvive.”

Cosa l’ha spinto a scegliere di ambientare la sua prima opera a Napoli?
“La sfida. Girare nella propria terra può diventare un vero e proprio incubo. A volte. Sembrerebbe tutto più semplice, invece è qui che cominciano quelle battaglie di cui sopra. Nel senso che ti senti gli occhi addosso moltiplicati dal solo fatto di appartenere a quella terra. E hai la perfetta consapevolezza che quegli occhi sono sempre puntati su di te. Pronti a colpire….”

“A Napoli non piove mai” è uno dei luoghi comuni più frequentemente associati alla città, perché ha scelto proprio questo titolo?
“È la sintesi di quello che vorrei passasse di Napoli e del suo popolo. Non solo brutture malavitose, sporcizia e altro. Ma la capacità di vedere il sole oltre le nuvole.. appunto da poter dire sotto la pioggia “ ma nooo so’ quattro gocce.” Come disse Noè….”

Il suo film uscirà in uno dei periodi più travagliati della storia di Napoli, qual è il contributo che la sua pellicola sarà in grado di apportare all’immagine della città?
“Sono secoli che Napoli attraversa periodi bui. Ma come una fenice spero che risorga ancora una volta. Io nel mio piccolo cerco di fare quello che so fare nel miglior modo possibile. Al di là dei risultati possibili. Se ognuno di noi cercasse nel suo piccolo di fare altrettanto….”

Qual è, invece, il valore aggiunto che Napoli ha fornito al suo film?
“Un mare sconfinato di possibilità, di attori straordinari, di attori naturali, di quelli che recitano per dna non per accademie fatte…. Ma anche i colori la luce il profumo del mare del caffè e per finire i luoghi comuni…. l’amore per il mangiare bene… che notoriamente per zingari come noi è importantissimo… Se penso ai cestini che ho mandato giù in tanti anni….”

Cosa augura e si augura di vedere scalfito nel futuro di Napoli e dei napoletani?
“Il ritorno alla magnificenza che spetta a questa città e al suo popolo unico e straordinario come pochi al mondo. È un fatto non una autoreferenziale speranza.”
 
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Geric
view post Posted on 16/9/2015, 21:47




#VieniaNapoli
SERGIO ASSISI: "Nel mio film omaggio Totò, Eduardo, Troisi e Pino Daniele..."

Il 1° Ottobre 2015 è in uscita nei cinema "A Napoli non Piove Mai", film diretto ed interpretato da Sergio Assisi. Cast che si completa con Benedetto Casillo, Francesco Paolantoni, Ernesto Lama, Valentina Corti, Nunzia Schiano, Sergio Solli, Antonella Morea, Gaetano Amato, Giuseppe Cantore, Lucio Caizzi, Clotilde Sabatino, Luigi Di Fiore, Magdalena Grochowska, Massimo Andrei e Giancarlo Ratti.

Barnaba (Sergio Assisi), che soffre della sindrome di Peter Pan, ritrova l'amico Jacopo, vittima della sindrome dell’abbandono. Insieme incontrano Sonia, sofferente della sindrome di Stendhal. Il loro incontro porterà questi tre personaggi a superare le rispettive “sindromi” e affrontare la vita con ottimismo e positività, come se ci fosse sempre il sole, convinti che tanto a Napoli non piove mai...

Abbiamo intervistato il regista e protagonista della pellicola Sergio Assisi:

Nel film lei interpreta un personaggio affetto dalla sindrome di Peter Pan. Dato che lei è napoletano e che il film è girato a Napoli, possiamo parlare sempre di "sindrome" o di rappresentazione di normale status dei napoletani?
Il fanciullo che sopravvive devo dire più nel genere maschile che in quello femminile, non credo sia una prerogativa napoletana. La famosa sindrome chiamata appunto di Peter Pan io la vedo in una accezione positiva. Peter Pan non volava aggrappandosi al suo pensiero felice?

Crede che l'Essere un attore affermato e molto amato abbia potuto aiutarla in questo nuovo cammino che ha intrapreso come produttore e regista?
Assolutamente si. E’ innegabile. Ma non è cosi scontato che un attore si getti cosi di istinto e fatemelo dire con assurdo coraggio in una avventura come questa. La popolarità televisiva aiuta, ma concretizzare dal nulla un sogno, solo con le proprie forze e con pochi affetti non è poco.

Quanto questa nuova esperienza l'ha cambiata personalmente ed artisticamente?
Ancora presto per dirlo. Alla fine dei conti e al di la dei risultati posso ritenermi soddisfatto. Non basta un film per cambiare quello che sono. Forse mi è venuta una maggior voglia di fare cose belle, di divertirmi facendo il mio lavoro, che è cercare di far sorridere gli altri…

Il titolo del suo film ci ha rimandato alla celebre frase di Edoardo De Filippo in "Non ti pago", la sua, è stata una scelta casuale o voleva essere un omaggio a uno dei più grandi artisti napoletani?
Nel film sono disseminati omaggi a Toto’ Eduardo Massimo Troisi… Citazioni e ganci per il solo gusto di ricordare grandi napoletani che hanno portato la loro cultura nel mondo, senza vergognarsi… come fanno molti. Le musiche straordinarie di Louis Siciliano hanno quel quid quanto più vicino possibile al grande Pino. Scelte queste per far capire quanto sia orgoglioso di appartenere a quella parte di Napoli per cui vale la pena esserlo. Queste decisioni le ho prese perché sono orgoglioso di appartenere a quella Napoli per la quale vale la pena essere napoletano.

Come redazione di "Vieni a Napoli" la invitiamo ad offrire ai turisti una ragione per visitare la nostra città.
Vieni a Napoli perché… vedi Napoli e poi muori. Nel senso che non si può morire senza aver prima visto Napoli… Un paradiso abitato da diavoli. Goethe.

Francesca Spizzuoco e Martina Proietti
 
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Geric
view post Posted on 23/9/2015, 14:57




Cinematografo.it
Sergio Assisi, A Napoli non piove mai"Un luogo sempre stretto tra modernità e passato", dice l'attore. Che esordisce come regista, provando "a restituire della città un’immagine inedita"
23 settembre 2015

Nella schiera partenopea di attori-registi, dopo Troisi, Salemme, Siani, scende in campo anche Sergio Assisi, che ha presentato oggi la sua opera prima dietro la macchina da presa, A Napoli non piove mai, in uscita nelle sale il 1 ottobre.

Nella storia si incontrano e interagiscono Barnaba (Assisi), 40enne alla Peter Pan; Jacopo (Ernesto Lama), vittima della sindrome dell’abbandono; Sonia (Valentina Corti) in preda alla Sindrome di Stendhal. Alla conferenza stampa, Assisi ha precisato che, dopo aver recitato in film per il cinema e molta fiction televisiva, era arrivato il momento in cui bisogna buttarsi e “dirigere il film è stata per me una scommessa, un’occasione per raccontare Napoli e l’Italia cercando di evitare luoghi comuni e lasciandosi andare al piacere della citazione, del ricordo, della suggestione narrativa affidata alla mutevolezza del caso. Mettere in piedi un film è oggi un’operazione soprattutto commerciale. Io ascoltavo le richieste dei produttori, poi dicevo che avrei utilizzato anche attori di estrazione teatrale e mi guardavano con diffidenza. La verità è che ho girato la storia, cercando di farle assumere un’impronta vecchio stile, come un vintage in versione moderna”.

Valentina Corti è Sonia, la ragazza che arriva da Milano per lavorare al restauro di una chiesa e trova in Barnaba un insperato complice. “Sonia – dice l’attrice – è una ragazza dal carattere solare, che rinuncia ad un lavoro sicuro per dare spazio ai propri sogni che insegue con tenacia, e molta ingenuità. Spesso, mentre facevo la prova dei vari costumi, mi sono sentita molto vicina al personaggio di Amelie, una ragazza piena di immaginazione e di speranze”.

“Ho provato – aggiunge Assisi – a restituire l’immagine di una Napoli inedita, una città che vive ad onde, sempre stretta tra modernità e passato. In questa direzione vanno gli omaggi cinematografici che punteggiano molte sequenze, da De Sica a Totò. E’ un film che conserva parecchi segreti da svelare a poco a poco, fatto con qualche rischio produttivo, ma del resto nei periodi di crisi bisogna spingere e dare vita alle idee”.

Nel cast, accanto ai due protagonisti, è coinvolto un bel numero di caratteristi della scuola napoletana, tra i quali Ernesto Lama, Nunzia Schiano, Giuseppe Cantore, Lucio Caizzi. Distribuito da Mediterranea Productions, il film esce in 40 copie, almeno la metà tra Napoli e dintorni.

Massimo Giraldi
 
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Geric
view post Posted on 23/9/2015, 16:34




METRONEWS
Sergio Assisi, Napoli e l'arte di sognare
Mer, 23/09/2015

CINEMA. Per farina una Napoli non patinata, bella e sbertucciata; poi un paio di manciate di felicità che da qualche parte esiste; un pizzico di fatalismo dall’aroma tosto; una cascata di citazioni da cinefilo tritate e miscelate; e tanti sogni come brodo di cottura perché “chi sa sognare ha il dovere di farlo e di essere da esempio per chi non sogna più”. Parola di Sergio Assisi, per molti un attore tv dagli occhi belli e il sorriso malandrino, ma anche un attore preparato, uomo appassionato e ora anche un regista. Che sorprende col suo esordio “A Napoli non piove mai”, dall’1 ottobre nei cinema. Scoppiettante, surreale e realistico insieme. Forse perché, come ci dice, “quando faccio il cinema, mi reputo un bambino con le mani nella marmellata”. Così Assisi che racconta che “ciò che conta è il provarci sempre, perché i sogni vanno inseguiti e, se io avessi fatto ciò che volevano i miei, studiando giurisprudenza, non sarei qui e sarei frustrato. Io sono il vero napoletano creativo, che cerca quello per cui non piove mai”.
E, se gli chiede che cosa si aspetta dal film, risponde: «Niente! Io non mi sento mai arrivato e il cinema, da quando a 24 anni la Wertmuller mi lanciò, è sempre stato il mio sogno. Nella creazione un traguardo non c’è, voglio fare cose belle, divertirmi, addentare la vita».

SILVIA DI PAOLA

Edited by Geric - 28/9/2015, 14:00
 
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Geric
view post Posted on 23/9/2015, 18:00




LetteraDonna
«NAPOLI NON È PEGGIO DI ROMA»
di Silvia Di Paola
Sergio Assisi debutta da regista. Letteradonna.it l'ha intervistato chiedendogli non solo come va la sua carriera, ma anche un parere sulle città più importanti della sua vita.
2012 Giffoni Film Festival: 42th Edition - Day 7La felicità che non c’è. Il sogno che quando non esiste bisogna inventarlo. E Napoli, che c’è e basta. Sono questi i tre ingredienti del film di Sergio Assisi. Per molti è solo un attore tv ma, invece, ha esordito 24enne con Lina Wertmuller, che lo volle in Ferdinando e Carolina e da allora ha spaziato dalla tv al teatro, tanto da potersi permettere oggi un debutto da regista con il film A Napoli non piove mai. A Letteradonna.it ha spiegato i motivi di questa scelta.

DOMANDA: Perchè proprio ora ha pensato di tentare questa carta?
RISPOSTA: Ho compiuto 43 anni e ho pensato che dovevo provarci, anche perchè a 40 anni in Italia siamo tutti giovani. Avrei voluto fare 12 film. Nel cassetto ho un sacco di materiale per scriverne altri. Me ne hanno fatto fare uno e, per ora, va bene così. Ma l’ho fatto anche perché in battaglia bisogna provarci sempre, soprattutto in momenti di crisi come questo. In molti tendono a deprimersi, a demotivizzarsi, a fermarsi.

D: Quanto c’è di te nel tuo ruolo?
R: I primi film sono sempre molto autobiografici, quindi c’è molto di me. Ma c’è anche tutto il cinema che amo, a partire da Totò. E poi la cabala, l’arte, la musica. Ho scelto il maestro Louis Siciliano Aluei per sintetizzare nella colonna sonora 200 anni di musica napoletana, da Cimarosa a Rossini, con tanto di mandolino e di voci bianche. Diciamo che questo film ha molto di me perché è costruito sul presupposto che tutto è gioco e non bisogna mai prendersi troppo sul serio.

D:Che tipo di regista pensa di essere?
R: Da attore pensavo che i registi fossero esigenti e cattivissimi, insopportabili e sempre pronti a gridare. E che io non sarei mai stato così. Ma, rivedendo il montato, mi sono reso conto che ad ogni ciak io gridavo. Incredibile! Così ho capito che anche il regista ha le sue ragioni. In fondo, registi e attori sono entrambi partecipanti di uno stesso gioco.

D: Che tipo di film deve aspettarsi lo spettatore?
R: Un film costruito a partire da Napoli. Adoro il mio paese, e vorrei che l’amore per la propria terra divenisse segno di unità, non di separazione. Non mi piace l’aria che tira in Italia: tutti parlano di campanili e secessioni.

D: Che immagine voleva dare di Napoli?
R: Realistica e fantastica insieme. In continua guerra tra modernità e passato. È una città che vive di un moto ondivago, tra momenti splendidi e momenti bui. Una città che ora è in decadenza ma, come l’araba fenice, risorge sempre. Non mi interessava la Napoli della camorra e della malavita che compare di continuo nei Tg. A Napoli ci stanno anche le persona che costruiscono, sognano, lavorano.

D: Ma che cosa pensa dell’altra Napoli, quella sporca, amministrata male, malavitosa, cruenta?
R: Questo è un momento buio per la città, lo so. Ma non lo è solo per Napoli. Il punto è che città come Napoli, ma anche come Roma, non possono essere amministrate da un solo uomo. Ci vorrebbero persone costruttive che vogliono davvero fare della politica un servizio ai cittadini, che vogliono davvero risolvere i problemi e non solo arricchirsi.

D: Perché proprio Roma?
R: Pensando a Napoli non posso non parlare di Roma. Sono un napoletano, ma vivo nella capitale da molto tempo. Allora voglio dire che anche Roma ha vissuto un tremendo declino in questo ultimo ventennio, un po’ come Napoli. Ma a Napoli non mi hanno mai ucciso nessuno sotto casa; a Roma invece mi è successo, a un passo da San Pietro, in pieno centro. Voglio dire che certe cose succedono ovunque in questo periodo di buio, a Napoli come a Roma.

D: Lei fa dire al suo personaggio che «chi sogna ha il dovere di essere da esempio a chi non sogna più». Lei crede nei sogni sopra ogni cosa?
R: Sì. L’essere umano ha bisogno di sogni e di storie per far vivere la fantasia. Moriamo se non sogniamo, moriamo se non riusciamo più a raccontare storie. E poi, come nei sogni, se fai una cosa bella te la porti dietro e la trasmetti ad altri.

D: Chi sono per lei le donne?
R: Esseri del tutto superiori agli uomini, proprio geneticamente superiori. Ma il problema di oggi è che gli uomini non fanno più gli uomini e le donne non fanno più le donne. Le donne vogliono troppo spesso fare gli uomini. Questo è orribile e distrugge ogni equilibrio. Io sono per la difesa dei ruoli nella coppia. Amo le donne emancipate e intelligenti ma anche femminili, cioè che amano giocare con la loro femminilità. E io adoro essere l’uomo, cioè il cretino che si fa manipolare.

D: Ma c’è un modello estetico di donna che ti attrae più di altri?
R: Un modello no. Io amo l’imperfezione, non la bellezza assoluta cui ci si abitua e che poi non vedi più. Io amo il particolare diverso che distingue una donna dall’altra, il particolare che rende unica una donna.

D: Come vanno i suoi rapporti con la tv?
R: Con la Rai non lavoro da un bel po’ e, se mi chiedi il perché, non lo so. Non è stata una mia decisione. Ma mi hanno chiamato in Mediaset per fare una fiction al fianco di Sabrina Ferilli, dal titolo Rimbocchiamoci le maniche. La vedrete nella prossima stagione. È la storia di una donna normalissima, molto quadrata, che fa il sindaco e vuole fare del bene, vuole fare qualcosa di utile per la società. Io invece sono un marito che fa casini, tra donne, separazioni, figli. Io, come attore, corro dove trovo bei progetti come questo. Con la tv, per un bel po’, non ce ne sono stati.

D: Ma lei che cosa ama vedere in tv?
R: Sembrerà strano, ma, più che le fiction, amo vedere i documentari e i programmi scientifici. Ma anche i programmi scemi che mi fanno ridere. Però non guardo i talent show o i reality. Non per pregiudizio, perché anche quello che non ti piace serve, ma perché non ne ho il tempo. E, se scelgo, scelgo altro.

D: Ma a quale mezzo si sente più vicino?
R: Direi al cinema. Ha cambiato la mia vita, quando Lina Wertmuller mi volle per Ferdinando e Carolina. Avevo già fatto tanto teatro, ma quel film ha cambiato tutto e il cinema resta il mio primo amore. Davanti o dietro la macchina da presa, perchè il cinema è sogno. Poi, nel campo della creazione non c’è un traguardo e neanche un obiettivo.

D: Ma lei dove vorrebbe arrivare?
R: Non lo so. E non me lo chiedo. C’è un percorso che coinvolge un po’ tutto. Se proprio devo darmi un obiettivo, è fare solo quello che amo, sempre in questo universo. La mia fortuna starà nel poterlo fare, in un modo o nell’altro. Se avessi ascoltato i miei genitori, che volevano farmi studiare giurisprudenza ad ogni costo, oggi non sarei qui. Per fortuna non ho seguito il loro consiglio. E ho seguito i miei sogni. Ai giovani vorrei dire questo: non ascoltate chi vi dice di non seguire i vostri sogni.

D: Al momento lei non ha una relazione importante con una donna. Non riesce a trovare una donna da amare?
R: Purtroppo no. Ma io aspetto paziente. Aspetto, ma nessuno arriva, perchè la gente è terrorizzata. Anche le donne. Molti, per paura di sbagliare, di perdere ciò che hanno, di prendersi responsabilità, non si buttano in nessun rapporto. Io sarei pronto a buttarmi, vorrei anche dei figli ma, invece, ultimamente mi sono concentrato sul lavoro e basta.

D: Ma potrebbe rinunciare all’amore?
R: No, io sono innamorato dell’amore, e sono fiducioso che troverò la donna da amare. Dico donna perché io amo le donne, ma sono per la libertà e ognuno può amare chi vuole. Però il problema è la paura delle responsabilità, la precarietà totale di tutti noi. Sono le aspettative di oggi che allontanano dall’amore. Oggi tutti vogliono guadagnare molto e subito, le aspettative sono troppo alte e non ci si gode la vita, si disperde anzi il meglio della vita. Che, invece, è un lampo, un gioco da giocare al volo.

D: Il momento più bello e quello più brutto della tua vita?
R: Il momento più brutto, quando è morta mia madre e ho visto in faccia la morte. Quello più bello, quando la Wertmuller mi ha scelto per il suo film. Se posso aggiungere un secondo miglior momento, direi questo che sto vivendo ora con questo mio debutto.

Edited by Geric - 28/9/2015, 13:56
 
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Geric
view post Posted on 28/9/2015, 12:51




News24web
Intervista a Sergio Assisi: “Racconto la faccia di Napoli solare e sorridente”
by Francesco Ciro • 28 settembre 2015

In esclusiva per news24web abbiamo avuto l’onore e il piacere di intervistare Sergio Assisi, attore e regista del film “A Napoli non piove mai” che uscirà nei cinema italiani a partire dal primo ottobre. Con l’attore partenopeo abbiamo avuto modo di parlare di questa sua nuova avventura da regista, e ovviamente di Napoli, delle mille sfaccettature e delle tante interpretazioni che si possono dare della città. Ecco la nostra intervista in esclusiva a Sergio Assisi.

– Da attore a regista il passaggio non è così facile. Da dove nasce questa voglia di mettersi in gioco, se vogliamo anche di rischiare?
Dall’incoscienza, dalla voglia di evolversi. Fare il regista è un sogno che avevo sin da ragazzino e finalmente l’ho realizzato. Potrei continuare a fare il regista, voglio continuare a scrivere film.

– Nel film “A Napoli non piove mai” Barnaba è un bamboccione sognatore. Quanto c’è di Sergio Assisi nel personaggio che interpreta?
C’è poco, anche perché sono andato via di casa a 16 anni. Più che altro si parla della trasposizione di un disagio attuale, di una precarietà che purtroppo oggi esiste soprattutto al Sud. Parlo anche di una ragazza che da Milano viene a Napoli, vorrebbe fare l’artista ma è affetta dalla sindrome di Stendhal. Ognuno a suo modo deve fare i conti con la sua precarietà.

– Ti sei trovato per la prima volta dietro la cinepresa. Hai avuto difficoltà a dirigere i tuoi colleghi? E loro come si sono approcciati con te?
Nessuna difficoltà, anzi sono stati tutti molto disponibili. Ovviamente all’inizio c’era un po’ di timore dovendo dirigere attori di una certa levatura, ma la soddisfazione più grande sono stati i complimenti degli stessi attori, da cui ho saputo tirare fuori il meglio.

– Oggi va molto forte la Napoli violenta e sanguinolenta di Gomorra, tu invece hai dato una visione di una Napoli che, pur con molte difficoltà, ha la forza di rialzarsi e la voglia di sorridere. Qual è il vero volto di Napoli?
E’ una domanda che mi fanno spesso. Non sono contro la serie tv Gomorra, ma Napoli non è solo quella. Io voglio mostrare una Napoli solare, una Napoli che non perde la speranza, come ho sempre fatto nel corso della mia carriera.

– I progetti futuri di Sergio Assisi?
Voglio fare subito un altro film come regista. Potrebbe piacermi così tanto che potrei decidere di fare il regista a tempo pieno. Vedremo.

– Sei partito dal basso e ti sei imposto come grande attore. Quanto ha cambiato il successo Sergio Assisi nella sua vita privata?
Assolutamente nulla. Sono rimasto il ragazzo semplice che ero e di questo ne sono orgoglioso.
 
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Geric
view post Posted on 29/9/2015, 17:07




IL VELINO
29/09/2015
Cinema, Sergio Assisi racconta in maniera scanzonata la sua Napoli
Il primo ottobre esce il suo primo film da regista “A Napoli non piove mai”. Intanto è sul set con Sabrina Ferlli per una fiction di Canale5 e sta preparando un nuovo lavoro teatrale. Ne parla al Velino
di Ornella Petrucci

Napoletano doc classe 1972, un curriculum contrassegnato da lavori che hanno sempre profumato partenopeo, anche se di respiro nazionale. Il primo debutto in palcoscenico come attore a 16 anni, l’esordio alla regia cinematografica a 43 anni… in mezzo tanti film, tante fiction, un passo di danza con Milly Carlucci ed anche la pubblicazione di libri sulla bellezza della sua città natìa. Lo spettatore che lo ha seguito in questi anni, non può, guardando il suo primo film da regista “A Napoli non piove mai”, non pensare a quanti dettagli autobiografici costellano quest’opera prima.
“In realtà – spiega al VELINO Sergio Assisi – questo film completa il lavoro cominciato tempo fa. Per fare qualcosa da solo ci metti tanto tempo in questo paese. Ci vogliono costanza, tempo e il non demoralizzarsi”.

Nel film una “mela” si fa testimone di una staffetta tra i personaggi: è un modo per sottolineare l’inizio della vita da regista cinematografico, vista anche la presenza di una sorta di “albero della vita” nel film.
“Questo è solo uno dei tanti significati sotterranei. Nel film ci sono simboli, anche inconsci e chi poi li coglie li coglie. Tra i significati la mela voleva anche indicare New York, dove poi per motivi di budget il film non è approdato, quasi a dire la ‘Grande mela’ e la ‘piccola mela’ con Napoli che diventa la vera ‘grande mela’. Poi quel passaggio di mano in mano della mela vuole sottolineare che tutto ciò che uno fa ha ripercussioni sul suo prossimo, sul mondo intero”.

Nel film, sullo sfondo di una Napoli che sembra uscita da un quadro della scuola di Posillipo, avviene l’incontro tra tre giovani affetti da tre sindromi diverse – Peter Pan, Stendhal, abbandono –, che si trovano per caso e che istintivamente si aiutano a vicenda.
“Le sindromi – spiega Sergio Assisi - sono un pretesto per indicare tre disagi comuni attuali. Ad averle sono tre precari, tre personaggi con disagi molto comuni. C’è chi ha 40 anni e vive ancora a casa coi genitori. Nella mia esperienza personale ci sono persone che da sposati sono costretti a tornare a casa dei genitori. Questo tema l’ho affrontato con leggerezza buttandola sul Peter Pan e sul ‘bamboccione’, ma quello di Barnaba (interpretato da Sergio Assisi, ndr) è un andare incontro all’imposizione della società, il suo è un atto rivoluzionario, non un atto negativo. Sonia (Valentina Corti) ha la sindrome di Stendhal: è un’artista che vuole fare la restauratrice e rappresenta quello che accede spesso nella vita: davanti a un tuo desiderio c’è sempre l’ostacolo più alto che è un tuo limite, per lo più fisico e di salute. Ma tu non devi arrenderti mai. Jacopo degli Orti (Ernesto Lama, ndr), nome che richiama Jopoco Ortis, si vuole suicidare perché, dopo essere stato abbandonato sull’altare, non ha più fiducia nell’amore e nelle donne. Rappresenta chi non crede più nei sentimenti. Queste tre persone normali dai comuni disagi s’incontrano e danno vita a soluzioni differenti: nessuno dei tre pensa di poter esistere senza aiutarsi l’un l’altro: davvero l’unione fa la forza. In napoletano si dice “tienimi che ti tengo” (tradotto in italiano suona così il detto partenopeo, ndr)”.

Napoli caratterizza la gran parte del suo curriculum e si può dire sia la quarta protagonista di questo film.
“Veramente Napoli è la prima protagonista – osserva Assisi -. Coraggiosa ed anticommerciale è stata la scelta di inserirla anche nel titolo, cosa che i produttori mi avevano sconsigliato. Rocco Papaleo con ‘Basilicast coast to coast’ ha avuto ragione di questa scelta ed io l’ho fatto in ‘A Napoli non piove mai’. Napoli è un marchio internazionale. C’è la Napoli negativa di ‘Gomorra’, ma c’è anche la Napoli che ho cercato di far vedere con leggerezza e senza pretese in una commedia scanzonata: la Napoli dei colori, della speranza, con la gente che continua ad andare avanti ed a cercare soluzioni alternative alla dura realtà. Napoli è la vera protagonista con la sua storia, con la sua cultura. Napoli è la culla della cultura. È una città di 2mila anni di storia e vorrei tornasse a quella magnificenza finita circa 400 anni fa. Napoli merita l’attenzione mondiale e nel mio piccolo vorrei contribuire a riportarla alla sua antica grandezza, sapendo che il mio film è una goccia nel mare”.

Nel film si sente l’eco di Eduardo, Totò, Massimo Troisi e Luciano De Crescenzo, mentre si vedono sul grande schermo Massimo Andrei, Nunzia Schiano, Giuseppe Cantore, Sergio Solli, Benedetto Casillo, Lucio Caizzi, Francesco Paolantoni, attori della scuola napoletana, affiancati da bravi colleghi di altre parti d’Italia.
“Ho potuto contare su di un parterre di attori eccezionali – commenta Assisi -. Vero, ci sono tanti omaggi e tante citazioni. Sono cresciuto con Totò e le sonorità di Pino Daniele”.

La colonna sonora porta la firma del Maestro Louis Siciliano Aluei.
“Il Maestro – nota Assisi – si è rifatto a sonorità settecentesche riprendendo anche quelle moderne, suonate da un’orchestra di 50 elementi che si avvaleva di strumenti antichi. Gli ho raccontato la storia e mi ha rivelato che si è sentito immediatamente ispirato nel comporre le musiche”.

“A Napoli non piove mai” esce il primo ottobre, distribuita da Mediterranea/Cineone Distribution in circa cinquanta copie destinate a crescere nelle prossime ore. Gadget del film è l’ombrello rosso della protagonista Sonia.
“A luglio dell’anno scorso – ricorda Assisi – ha sempre piovuto… In fondo la pioggia indica abbondanza per la terra...”

È già al lavoro per il suo secondo film?
“Sto scrivendo – risponde Assisi -. Ma aspetto… Ora sono concentrato sull’uscita di questo film. Ho molta ispirazione, sono pronto per la seconda commedia… ma se è troppo difficile scrivere la seconda come dicono tutti… la salto e passo alla terza!”.

Altre cose bollono in pentola per lei?
“Sto girando una fiction con Sabrina Ferilli per Mediaset. Interpreto suo marito in ‘Rimbocchiamoci le maniche’ che andrà in onda nella stagione 2016/2017 su Canlae5. Finiremo le riprese a novembre. In più ho in cantiere una tournèe teatrale con la Quisquilie Production (anche questo nome è un omaggio a Totò) che per il pubblico sarà una sorpresa molto divertente. Ma per superstizione non aggiungo nulla di più”.
 
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Geric
view post Posted on 5/10/2015, 21:37




Daringtodo


E’ un momento di grande successo per Sergio Assisi, attore di origini napoletane conosciuto sia al cinema che in tv. Dal film ‘Ferdinando e Carolina’ fino a ‘Capri’ – fiction di Rai Uno – la sua è sempre stata una carriera in ascesa. Eterno Peter Pan e con la battuta sempre pronta, Sergio Assisi ora si cimenta come regista in ‘A Napoli non piove mai’, brillante commedia che celebra tutta la cultura napoletana, disponibile nei cinema dal primo Ottobre. Al Multicinema Duel di Caserta, l’attore ha incontrato i fan e noi di Daringtodo eravamo lì presenti per una breve e spassosa chiacchierata.

Cosa ha significato artisticamente parlando dirigere “A Napoli non piove mai”?

Sicuramente una marea di debiti (ride), ma ha significato per me una voglia ritrovata di realizzare idee e progetti che, causa di forza maggiore, erano rimasti chiusi nel cassetto. Alla “veneranda” età di 43 anni, ho trovato la forza necessaria di mettermi in gioco e di portare a compimento un progetto che ho particolarmente a cuore. In molti mi hanno detto che “A Napoli non piove mai” è un film che non troverà mai spazio fra il pubblico (a causa della sua napoletanità?), ma io credo fortemente nel lavoro che ho realizzato, perché ho voluto celebrare con ironia i sapori, gli usi e costumi del Sud Italia.



Sei in piena campagna promozionale per presentare la tua opera prima, ma sei sicuro che “A Napoli non piove mai”?

Assolutamente no, a Napoli piove come in tutte le città d’Italia. E’ una metafora per far capire che anche quando le cose vanno male e la vita ti regala brutti scherzi, si cerca di trovare sempre e comunque il lato positivo. Ho più volte puntualizzato che questo film per me ha significato molto, non solo perché per la prima volta mi sono “vestito” da regista, ma perché ho voluto scrivere un qualcosa fatto con il cuore, con simpatia e circondandomi di un gruppo di attori che hanno creduto fedelmente in questo progetto e che hanno contribuito a renderlo tale. Certo il film può anche non piacere, ma secondo me lo si dovrebbe vedere al di là del gusto personale o meno, perché si apprezzano molto cose durante la visione; si intuisce soprattutto l’amore per il capoluogo e la grande passione che ha messo in questo progetto.

C’è quindi un ottimismo di fondo nel tuo film?

Non lo chiamerei proprio un ottimismo, è un film sui buoni sentimenti, divertente e solare. Rispecchia molto da vicino il mio modo di essere.

Sei un attore di grande spessore, giovanile e sempre con la battuta pronta. Ti senti affetto dalla “sindrome” di Peter Pan?

Si è vero. Mi sento ancora pieno di energie, sono legato ai valori, credo nei miei sogni e riesco ancora a volare! (ride)

Sotto i riflettori una Napoli bella e non una città del lugubre come è stata raffigurata in Gomorra (ad esempio). È stata una scelta voluta?

Abbiamo scelto i vicoli giusti, abbiamo evitato i luoghi comuni e cercare di uscire fuori da questa bolla mediatica in cui, purtroppo, è rinchiusa tutta la città di Napoli. Nella pellicola ci sono i buoni sentimenti, persone dal gran cuore e c’è il lato ironico della città, un lato che ultimamente è stato dimenticato, per questo “A Napoli non piove mai” vuole celebrare il bello di una terra, la mia terra.

Progetti per il futuro?

Mi piacerebbe recitare in un film di Sorrentino o di Garrone, ma vorrei provare a dirigere un’altra pellicola. Forse un sequel di “A Napoli non piove mai”? Chi vivrà vedrà.

DI Carlo Lanna
 
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Geric
view post Posted on 12/10/2015, 19:01




RESTOALSUD
SergioAssisi: “Vi racconto il mio #film dedicato al cuore di #Napoli”
01 ott 2015Giulia FarnetiCommenta“A Napoli non piove mai”, cinema, commedia, interviste, Napoli, Sergio Assisi

Sonia è una giovane ragazza che ha un lavoro precario, quello di restauratrice, e, per di più, soffre della sindrome di Stendhal che la porta continuamente a svenire. Decide così di dare una svolta alla sua vita, lascia il suo Nord per andare a Napoli.

Il primo approccio con la nuova realtà non sarà delle migliori, anzi, ma ben presto Sonia incontrerà Barnaba, che le mostrerà la bellezza storica ed umana di Napoli. Anche Barnaba è affetto da una sindrome, quella di Peter Pan.

L’ottimismo e l’allegria contagiosa dell’uomo, faranno riacquistare a Sonia la speranza e la fiducia del non arrendersi mai, perché chi ha un sogno deve inseguirlo sempre e comunque. Anche Barnaba è un artista; dopo l’ennesimo litigio con il padre, uomo intrappolato in un mondo piccolo borghese fatto di doveri e e regole da cui non transigere, ogni giorno gli ripete di trovarsi un lavoro stabile. Il quasi quarantenne decide così di andare via di casa. L’unico a dargli ospitalità è Jacopo, un suo vecchio compagno di scuola che soffre della sindrome dell’abbandono e che tenta continuamente il suicidio.

“A Napoli non piove mai”, film scritto, diretto e interpretato da Sergio Assisi, è un omaggio ad una città che diventa la protagonista assoluta, senza restare a margine. Sebbene i fatti di cronaca dicano il contrario, Napoli è una città ancora febbricitante di vita, costituita di persone semplici che riescono, anche nei momenti bui, a vedere sempre il sole. Sergio Assisi, la cui intervista la potete leggere a seguito, ci racconta di un popolo fortemente legato al suo passato e alle sue tradizioni, omaggiando Totò, Troisi, De Filippo e tanti altri grandi che hanno lasciato un segno indiscutibile in questa terra.

“A Napoli non piove mai” è l’opera prima di Sergio in veste di regista che entra in punta di piedi al cinema da oggi, una commedia solare e allegra che cerca di racchiudere le paure, le passioni e i sogni che forse ognuno di noi ha, lo stesso timore ma anche la stessa tenacia che accompagnano Barnaba che cerca di veder realizzato il proprio sogno e che probabilmente accompagna lo stesso Assisi in questa sua nuova esperienza.

Dal 1 ottobre, ti vediamo alla regia di “A Napoli non piove mai”. Cosa ti ha spinto a fare questo passo?

Un’incoscienza quasi fanciulla, credo. Sono in pochi a farlo. Io ho tentato. Credo che nei momenti più difficili sia necessario rimboccarsi le maniche, ecco che mi son detto: “ora o mai più”.

Com’è nata l’idea di fare questo film?

Beh, sai, ho sempre scritto, sin da quando ero bambino, mi è sempre piaciuto scrivere ma era tutto custodito in un cassetto. Cinque anni fa ho deciso di riaprirlo dopo diverso tempo e ho ripreso in mano quegli scritti, risalenti a quando avevo poco più di vent’anni. L’idea di poterne fare un film probabilmente è nata così. Non è stato semplice realizzare “A Napoli non piove mai”, perchè era necessario riadattare la scrittura all’età attuale. Questo, secondo me, fa comprendere quanto sia difficile riuscire a realizzare i propri sogni o per lo meno avvicinarsi a loro in un Paese come l’Italia; mi intristisce molto che ci voglia davvero così tanto tempo.

Napoli sembra aver ricoperto un ruolo fondamentale nella tua vita, artistica e non. In che modo?

Secondo me, Napoli è un vero e proprio marchio, è una delle città più conosciute al mondo. Sono nato in questa città e ne sono più che felice. Ora più che mai, quando si pensa a questa città, passa un’immagine non sempre positiva, ovvero malavita, criminalità e spazzatura; sono in molti a dimenticare che è stata la culla della cultura, tanto quanto Roma. Vorrei davvero che tornasse a quella magnificenza che oramai è andata perduta nel tempo.

Perchè proprio questo titolo?

E’ una metafora impossibile, anche perchè forse è una delle città più piovose! Ma anche se piovesse, dopo esce sempre il sole. La vita molto spesso ci pone degli ostacoli, impedimenti che ci sembrano insormontabili inizialmente ma che, nel corso del tempo, ci fortificano e ci permettono di arrivare agli obiettivi che ci siamo prefissati; perchè la vita è un insieme di tante piccole imperfezioni ed è questo che la rende bella e unica. Il popolo partenopeo ha una particolare genetica, una genetica di speranza che gli permette di andare avanti e di superare quei momenti bui che nella vita sono stati e continueranno ad essere tanti, ma esattamente come il dolore e la tristezza fanno parte di noi, ne fanno parte anche come la felicità e la voglia di non arrendersi.

Il titolo del film ci ha rimandato alla celebre frase di De Filippo in “Non ti pago”, la tua è stata una scelta voluta oppure casuale?

Posso dirti che nel film sono disseminati omaggi a Totò, Eduardo, Troisi e tanti altri. In “A Napoli non piove mai” ci sono citazioni per ricordare i grandi napoletani che hanno portato la loro cultura nel mondo, senza vergognarsi, come invece fanno in molti. Le musiche di Louis Siciliano hanno quel quid quanto più vicino possibile al grande Pino Daniele. Ho fatto queste scelte per far capire quanto sia orgoglioso di appartenere a quella parte di Napoli per cui vale davvero la pena esserlo. Devo dire un Grazie a Lina Wertmuller, ha sempre creduto in me, come quello di fare un passo così grande come quello di passare alla regia.

Sei anche tu tra i protagonisti del film, oltre che esserne il regista.

Sì, sono anch’io tra i protagonisti. Sono Barnaba, un quasi quarantenne che ancora non riesce a superare la sindrome di Peter Pan e vive in casa con i genitori inseguendo le sue passioni e i suoi sogni con la speranza di vederli realizzati. Nel momento in cui si vede costretto a lasciare quell’ambiente domestico a lui così familiare, deve fare i conti con la realtà. Ben presto la sua vita si intreccerà con quella di Sonia, pittrice affetta dalla sindrome di Stendhal, e con quella di Jacopo, affetto dalla sindrome dell’abbandono. “A Napoli non piove mai” è un film corale, dove chiunque ha davvero lasciato un segno indelebile, non c’è una sbavatura nella recitazione e di questo ne sono molto fiero.

Quale tipo di immagine vorresti uscisse della tua città da questa tua opera prima?

“A Napoli non piove mai” è una commedia che non usa espedienti banali per far sorridere. Ho voluto dare a questo film un’impronta vintage – moderna, perchè Napoli è una città che ha un’anima antica ma che sta cercando di adattarsi alla modernità, continua infatti a vivere nel 2015 stando al passo con quello che le accade dentro e intorno. Ho cercato di raccontare una Napoli vera, ma fantastica, cruda, ma sorridente perchè la mia città è esattamente così, un mondo a parte dove tutti cercano di sorridere anche nella disgrazia, quel posto dell’anima dove vuoi credere che appunto non possa piovere mai.

Cosa vorresti rimanesse al pubblico del tuo film?

Mi piacerebbe rimanesse il sorriso e un po’ di tenerezza nei confronti di qualcuno che ha davvero cercato di fare del suo meglio per questo film, nei confronti di qualcuno che ancora tenta ancora di sognare; ciò che conta è il provarci sempre, perché i sogni vanno inseguiti, sempre, perchè chi sono non muore quasi mai, ma continua a vivere, senza limitarsi a sopravvivere.

Dopo “A Napoli non piove mai”, ci sono altri progetti nel cassetto?

Mi vedrete in una fiction che sto girando una bravissima Sabrina Ferilli; non la conoscevo professionalmente ed è stata una positiva scoperta, oltre che di una gentilezza davvero unica.

inFOODation notizie di gusto
Sergio Assisi e l’arte del riciclo in cucina
PROTAGONISTI

Nelle sale dal 1 ottobre, A Napoli non piove mai di Sergio Assisi sta già conquistando il cuore di molti cinefili. Per la sua prima volta come regista, Sergio ha scelto come protagonista proprio la sua città natale. Una città che fa da scenario a tutte le vicende che si intrecciano tra loro e che raccontano la forza di un popolo che non si arrende alle difficoltà e continua ad inseguire i propri sogni. Un popolo napoletano che sorride sempre, nel bene e nel male.

Noi di inFOODation lo abbiamo incontrato in occasione dell’uscita del suo nuovo film e ne abbiamo approfittato per per parlare di cucina e piatti preferiti.

In A Napoli non piove mai c’è molta simbologia. Cosa significa ad esempio la mela?

La mela che passa di mano ad ogni personaggio è il filo che unisce tutti noi. È una sorta di filo invisibile che unisce tutta l’umanità



Napoli è la sua città ma è anche la città del film. Che cibo sarebbe questa città?

Napoli sarebbe una parmigiana di melanzane perché come questa città è fatta di più cose messe insieme la cui somma da un sapore straordinario.




Napoli è anche tradizione culinaria. Che rapporto hai con la cucina?

Quando voglio rilassarmi, vado a comprare le cose e cucino. E sono anche molto bravo nel preparare le paste. La cottura della pasta per me è fondamentale. Ma io non uso assolutamente il timer. Si tratta più di un intuito; non assaggio neanche prima di scolare la pasta. È davvero raro che sbagli la cottura.



Qual è il piatto che ti riesce meglio?

La pasta e ceci. Non è affatto semplice come si possa pensare. Un mio amico cuoco la definisce “ da gourmet” e io ne sono orgoglioso. La mia pasta e ceci ha una buona consistenza con la giusta cremosità ed utilizzo anche qualche ingrediente segreto che non svelo a nessuno. Adoro anche molto sperimentare ed una cosa che mi piace assai è usare gli avanzi, cercare con quello che ho di far venire qualcosa di buono. L’altro giorno ad esempio avevo qualche coscetta di pollo avanzata dalla sera prima e un po’ di pomodoro. Così ho creato una sorta di ragù di pollo con cui ho preparato degli spaghetti a cui ho aggiunto anche dei pinoli. Ci vuole fantasia ma c’è sempre qualcuno che poi non è contento. Come nei film.



Annarita Costagliola



La Gazzetta dello Spettacolo
Sergio Assisi si confessa su “A Napoli non piove mai”

Una Napoli sana e pulita quella raccontata da Sergio Assisi in “A Napoli non piove mai“. Esuberante commedia che riesce a mettere in mostra i luoghi comuni di Napoli strappando un sorriso e senza generare aria di critica nello spettatore.



“Niente ambizioni” dichiara dal palcoscenico del Teatro Roma di Portici, dove si è tenuta l’ennesima presentazione del suo lungometraggio, ma semplicemente voglia di portare alla luce Napoli ed i suoi attori (scelti tra i partenopei del teatro e del cinema) con molta semplicità e pulizia.

Approfittando della presenza dell’ospite per la proiezione, abbiamo scambiato due chiacchiere con Sergio Assisi.

Quanto è difficile fare cinema a Napoli e con i napoletani, essendo già la città un set dotato di protagonisti originali?

Si pensa che sia facile, invece è ancora più complicato! Napoli, la mia terra, mi ha premiato e mi sta premiando, ma guardate che non è facile. Questo perchè durante le riprese, poteva capitare di chiedere aiuto a qualcuno per qualche cosa sul set e succede che il napoletano, per aiutarci, fa…troppo (sorride) e crea ancora più confusione.
Tanti aneddoti carini successi sul set in tal proposito. Poteva accadere che sul set mancasse qualcosa e subito i tanti passanti si mettevano a disposizione per portarci il mancante…ed ecco che arrivavano più di 20 oggetti mancanti e nasceva “simpaticamente” la diatriba di chi l’avesse portato prima.

A Napoli non piove mai

Napoli sta diventando set di molti film oltre che di fiction storiche…

Io ho girato l’anno scorso questo film ed attualmente penso che stiano girando quattro o cinque film a Napoli. Non vorrei vantarmi di essere stato un precursore, però sicuramente erano tanti anni che a Napoli non si girava un film così “semplice” e soprattutto un film che nel titolo contenga la parola “Napoli”…penso che parliamo di 30 anni fa.

Quanto è pericoloso fare un’operazione del genere con tutti i rischi anche distributivi che ne possono derivare?

Non riesco ad esprimere quanto sia pericoloso…è come lanciarsi al buio bendati in un burrone e sperando che sotto ci sia l’acqua.

Presentazione A Napoli non piove mai

Presenti alla proiezione anche Nunzia Schiano, Ernesto Lama e Lucio Caiazzi, il film apprezzato dal pubblico che ha saluta a termine film con un lungo applauso dedicato a Sergio Assisi, ma contento per la propria Napoli e per la spontaneità di una Valentina Corti che è riuscita ad essere un ottimo punto di incontro tra Barnaba e Jacopo.
 
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