Il Giornale - Milano del 22/08/2010
Oltre all'articolo c'è anche un trafiletto dove si parla della messa in onda su Rai2 ma deve trattarsi di un errore
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Corriere della Sera22 agosto 2010
RIPRESE IN PIAZZA DUOMO PER LA FICTION RAI«Rivive» la Milano anni 50 del commissario Nardone
Lancette indietro di 60 anni. Per un giorno piazza Duomo e dintorni come la Milano anni Cinquanta. Quella del commissario Nardone, il detective della banda di via Osoppo e del caso Rina Fort. Il poliziotto protagonista, nei panni di Sergio Assisi, della fiction Rai. Lo ricordano l' ex prefetto Achille Serra che lavorò con lui: «Aveva un fiuto come nessuno». E Luciano De Maria, uno dei banditi di via Osoppo.
LA STORIA IN CENTRO CITTÀ LE RIPRESE DELLA FICTION SULL' UOMO CHE FECE CONFESSARE RINA FORTIl bandito e il poliziotto La Milano da brividi del commissario Nardone
Serra: un detective di fiuto. De Maria: quel colpo in via Osoppo
Stavolta l' ha cercato lui, e non l' ha trovato. Tanto l' altro non l' avrebbe riconosciuto. Il vero Luciano De Maria e il finto Mario Nardone. Il primo, dopo una vita in perfetto orario - faceva il rapinatore - da quand' è uscito di galera e sta in pensione, ormai ha ottant' anni, se la prende comoda: così gli può capitare di arrivare in ritardo. De Maria, ieri pomeriggio, girava e curiosava per piazza Duomo tornata agli anni Duemila. L' attore Sergio Assisi, che interpreta il commissario di polizia Nardone in una fiction Rai in preparazione in città, aveva appena lasciato il set e la Milano degli anni Cinquanta. Ciak finiti, via le telecamere posizionate alle 23 di venerdì, via le auto di scena, il trucco, soprabiti e cappelli, le edizioni straordinarie dei giornali. Ah, i giornali. Quanto gli piacevano. L' ex questore di Milano Achille Serra, classe 1941, giunse giovanissimo, era il ' 69, in quella Questura dominata dalla figura - la fama, le rivalità, i nemici - di Nardone. Un giorno, racconta Serra, si trovarono per una perquisizione. Succede questa scena. Nardone bussa al portone. S' affaccia una vecchietta, che domanda: «Chi è?». «Nardone». «Chiiiii?« «Nardone». Nardone chiiii? «Sono Nar-do-ne. Il commissario Nardone. Ma scusi signora, come fa a non conoscermi, lei non li legge i quotidiani?». E infatti sulle pagine erano tutte storie di buoni e cattivi, di inseguimenti e di catture. Di rapine. All' inizio, rapine per fame. Come confidò al giornalista Tiziano Marelli che ne scrisse su un numero dell' Europeo, il commissario, avellinese, casa in via Tortona, morto a 71 anni nel 1986, arrivò a Milano nel novembre ' 45. «La città metteva i brividi - ricordava Nardone -, e non solo per il freddo. Dalla stazione Centrale andai a piedi fino alla Questura, in via Fatebenefratelli: un paio di chilometri in mezzo alle macerie». Non c' era più niente. «Non trovavo nemmeno un bar per prendere il caffè». Che delitto, l' astinenza da caffè per un «terroncello», uno dei tanti soprannomi. Uno basso di statura, il commissario. Quando si trovò davanti De Maria, alto ed elegantissimo, salì sulla panchina, per pareggiarlo nello sguardo. Non soltanto in quello: «Mollava certi pugni... Saltava, menava, urlava: "Da qui non esci vivo! C' è in ballo la carriera di tutti noi!». Bisogna capirlo: fu il colpo del secolo, ne parlò tutto il mondo. Il 27 febbraio 1958, le 9.30, via Osoppo, assalto al portavalori della Banca d' Italia, bottino di 590 milioni di lire, la fuga, la latitanza (chi in Sudamerica, chi a Cortina sulle piste). Finì perché uno se la cantò. Arresti. Interrogatori. «Il mio durò cinque giorni», dice De Maria, «non mi dava tregua. Un fracco di botte, in Questura. Mi arresi. Parlai». Parlò anche Rina Fort, la belva di via San Gregorio, che, torniamo indietro nel tempo, era il ' 46, fece quattro morti: la moglie e i figli dell' amante. Sotto torchio, la Fort non sputava verbo, niente. Nardone prese una sciarpa dell' amante, la sporcò di rossetto, la mise sotto il naso della Fort e le disse: «Guarda come se la spassa mentre tu sei nei guai». E lei crollò, confessò. Sei puntate da 100 minuti oppure 12 da 50, ancora non è stato deciso; nel cast della fiction, si legge nel sito della casa produttrice (c' è la coproduzione Rai), ci sono le belle Giorgia Surina e Anna Safroncik, oltre a Stefano Dionisi. Ma di un film su Nardone, c' era bisogno? Oddio, sosterrà qualcuno, se ne han fatti su banditi che hanno ucciso (come Vallanzasca)... Lei, Serra, cosa ne pensa? «Quella di Nardone», risponde, «è una tipologia di poliziotto che non c' è più, tutta basata com' era sul fiuto, sull' istinto, sull' improvvisazione. Parliamo di investigatori e di metodi d' indagine anacronistici ma che, per carità, restano testimoni di un' epoca storica». E comunque, sempre guardie e ladri era. Ricorda De Maria: «Per usi diversi, io per piazzare la roba lui per le soffiate, frequentavamo lo stesso ricettatore, si chiamava Esposito. Era il migliore sulla piazza, credo per entrambi».
Galli Andrea
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Il Cittadino mbFiction sul commissario Nardone
Ciak si gira, due cesanesi nel cast30 agosto 2010
Cesano - Umberto Beggio e Maurizio Costi entrano nella fiction Rai dedicata al commissario Nardone, il tutto a nome della Croce Bianca Cesano Maderno e grazie a una splendida ambulanza del 1948. É successo in una Milano deserta dopo Ferragosto, quando piazza Duomo, la galleria e in generale i luoghi più suggestivi del capoluogo hanno ospitato Sergio Assisi nei panni di Mario Nardone, commissario che ha scritto la storia della polizia nel dopoguerra con le sue indagini e personalità. Ora Rai 1 lo ricorda con sei puntate che andranno in onda l'anno prossimo e che tra i protagonisti avranno Giorgia Surina, conosciuta anche per i suoi trascorsi da vj di Mtv. Un piccolo cameo lo avranno anche Beggio, volontario Anpi, Croce Bianca e carrozziere, e Costi, nel direttivo della Croce Bianca e titolare della concessionaria Fiat di via Nazionale dei Giovi. Sono stati loro a riportare agli antichi splendori un'ambulanza modello Fiat 1100, acquistata nel 1948 dalla Croce Bianca all'ospedale di Sondalo. «Alcune settimane fa – spiega Beggio – ci è stata richiesta dalla Rai, ma abbiamo posto un vincolo: l'ambulanza la guidiamo solo io e Costi». Così è stato e in una delle scene Costi era al volante del mezzo, mentre Beggio faceva il barelliere per salvare un bimbo, lo stesso forse parteciperà alla festa del volontariato di Cesano.
Cri.Marz.